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    TB Kitchen
    TB CONVERSATION 5: OSCAR SANTILLAN
    [== TB == CONVERSATION === 5 === OSCAR ===== SANTILLAN =]

    COPERTINA



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    The Blank Conversation | Meeting Oscar Santillan | 23 – 26 Ottobre 2015
    a cura di Claudia Santeroni

    Secondo artista straniero a partecipare al progetto The Blank Conversation, Oscar Santillan, artista dell’Ecuador di stanza ad Amsterdam, ha trascorso il suo soggiorno a Bergamo in un momenti di grande fermento culturale della città. Opening, studio visit e conversazioni con artisti e curatori hanno contraddistinto la sua permanenza, caratterizzata inoltre da un public talk organizzato presso BACO – Base Arte Contemporanea.

    Oscar Santillan
    Nato nel 1980, Ecuador

    SELECTED EXHIBITIONS
    2015
    The Messenger, solo exhibition curated by Simone Menegoi, Galleria Mazzoli at Spazio Calderara (Milan, IT)
    Per4m, Performance section of Artissima (Turin, IT ). Represented by Copperfield (UK)
    Lekker Licht, curated by Eelco Van Der Lingen, Centraal Museum (Utrecht, NL)
    The Morning I Killed A Fly, curated by Chiara Ianeselli, Galleria Mazzoli (Modena, IT)
    Oscar Santillan received an MFA degree in Sculpture from Virginia Commonwealth University – VCU; attended residencies at Skowhegan and Seven Below; and, taught both at the US and Ecuador. He is in residency at the Van Eyck Academie in The Netherlands. His work has been exhibited at Museo de Arte Carrillo Gil (MX), Marilia Razuk Gallery (BR), The Southeastern Center for Contemporary Art – SECCA (US), Oud-Rekem castle (Belgium), Centro de Arte Contemporáneo – CAC (EC), Fundación ODEON (CO), Havana Biennial (CU), VOGT Gallery (US), Bonnefanten Museum (NL), DPM Gallery (EC), The Ridder (NL), OPTIONS – Biennial of the Project of the Arts (US), Munikat (DE), Cuenca Biennial (EC), among other venues.

    CONTEMPORARY LOCUS 9 - MARIE COOL E FABIO BALDUCCI
    [== CONTEMPORARY ==== LOCUS == 9 ==== MARIE = COOL === E == FABIO == BALDUCCI ==]
    CONTEMPORARY LOCUS
    27.09.15 - 15.11.15

    contemporary locus 9

    Marie Cool e Fabio Balducci
    a cura di Paola Tognon

    Edificio 1 | Area Tesmec
    via Trento, 26 Curno – Bergamo

    28 settembre – 15 novembre 2015
    Opening: domenica 27 settembre ore 19/21



        [== LINK ==]

     

    contemperary locus – luoghi riscoperti dall’arte contemporanea – presenta un nuovo progetto espositivo all’interno dell’Edificio 1 (palazzina uffici) dell’Area Tesmec, imponente area industriale dismessa, alle porte di Bergamo.

    contemporary locus in questi anni ha svelato al pubblico, attraverso il lavoro di artisti contemporanei, luoghi antichi, nascosti o dimenticati della città di Bergamo. Con questo nono progetto l’associazione si impegna su un’area della periferia urbana, un vaso complesso industriale in disuso che precede spazi commerciali e disordinate urbanizzazioni, ma che si affaccia su una delle zone verdi più qualificate del territorio. L’area, con la sua energia carica di memorie e voci, oltre a rappresentare concretamente una condizione post industriale, sollecita l’esigenza di individuare funzioni e qualificazioni innovative solo in parte avviate da laboratori e co-working che iniziano a colonizzare l’area.

    contemporary locus 9 a cura di Paola Tognon, invita a lavorare in questo luogo un duo di artisti, Marie Cool e Fabio Balducci (1961, Valenciennes – Francia; 1964, Ostra AN, Italia. Vivono e lavorano tra Francia, Germania ed Italia) che da vent’anni di distingue a livello internazionale per un lavoro fortemente caratterizzato sul piano teorico delle pratiche artistiche e dei dispositivi.
    Per questa occasione Cool e Balducci si impegnano a comporre un progetto site specific che torna a far vivere,attraverso un distillato di opere e azioni, agite in prima persona, parte dei ritmi di lavoro dell’Edificio 1 – ex palazzina uffici – nell’Area Tesmec, oggi dismesso.
    Per 2 settimane, per 8 ore al giorno, e solo nei giorni feriali, (28 settembre – 11 ottobre), gli artisti aprono l’Edificio 1 con azioni continuative e dal vivo, accanto alla proiezione di apposite parti del film in produzione. Con o senza visitatori i due artisti “svolgono il loro lavoro” dentro uno spazio che è in contemporanea opera, palazzina uffici, spazio espositivo, luogo di lavoro. Dal 12 ottobre al 15 novembre invece l’area ospita la seconda parte della mostra di Cool e Balducci che attraverso video documentazioni, installazioni e immagini traccia un percorso nell’opera degli artisti.

    THE BLANK BOARD | INTERVISTA A FILIPPO BERTA
    [=== THE == BLANK ==== BOARD ====== INTERVISTA == A ==== FILIPPO ==== BERTA ==]



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    THE BLANK BOARD

    un progetto a cura di Martina Dierico, Clara Scola e Maria Zanchi

    Intervista: Martina Dierico e Clara Scola

     

    In occasione di ArtDate 2015 ogni Studio Visit sarà accompagnato da una colonna sonora. A differenza di altri artisti che hanno chiesto ad un compositore di realizzare la colonna sonora, tu hai deciso di utilizzare l’audio di una tua performance. Ce ne puoi parlare?

    Il rumore prodotto dal gesto offre tridimensionalità alla performance, rendendone la percezione più complessa. In tal senso, non è una colonna sonora d’accompagnamento, ma una naturale conseguenza libera da codici. Ho voluto distaccarmi dal concetto di musica come un rumore costruito e organizzato per condividere con gli altri un “rumore informe”.

    Quali lavori presenterai durante lo Studio Visit?

    È mia attitudine cercare con l’altro un dialogo informale e orizzontale. Di conseguenza, non ci sarà una scaletta prestabilita, ma una conversazione sviluppata in funzione alle peculiarità dell’incontro. In aggiunta, è prevista una postazione da dove poter scegliere e vedere i miei video, grazie a un menù interattivo.

    Quali sono i temi che tratti nel tuo lavoro? E che ruolo ha la performance nella tua ricerca?

    Indago le tensioni insite nell’individuo e nella società di cui fa parte, prodotte dalla fallimentare ricerca della forma perfetta o dalla paradossale coesistenza tra la necessità di disobbedire e l’auto-imposizione di codici. Queste condizioni producono disarmonie e dualismi che cerco di sintetizzare e raccontare, facendo uso dell’estetica come mezzo di comunicazione e non come un fine. Nelle mie performance l’essere umano, soggetto della mia ricerca, si auto rappresenta attraverso piccoli gesti che fanno parte dell’immaginario collettivo.

    Per te è necessario creare un rapporto particolare con le persone che partecipano alle tue azioni?

    Chi decide di partecipare conferisce un personale significato al gesto da compiere. Di conseguenza, nasce spontaneamente un rapporto esclusivo tra me e le persone invitate.
    Di forte intensità furono le relazioni che intrapresi con gli immigrati coinvolti nella performance Canzonette (2008), realizzata negli spazi pubblici di Bergamo. In questa performance gli immigrati fischiettarono una canzone popolare bergamasca e dal lato opposto della strada i cittadini si fermano attratti dalla melodia e dall’insolita situazione. In questo modo, l’immigrato e il nativo si trovarono a faccia a faccia e la distanza che nella vita sociale li separa in quel momento diventò uno spazio concreto.

    Nelle tue opere ricorrono sempre forme rigorose e geometriche, perché?

    La responsabilità dell’artista è sintetizzare in un’immagine ampie argomentazioni. Questo non significa produrre un lavoro ermetico perché la complessità va espressa semplicemente. Le forme geometriche sono di facile lettura e non lasciano scampo allo spettatore. Nel mio caso sono le persone coinvolte a generare forme geometriche, che diventano metafora visiva di una condizione di vita sociale o individuale.

    Hai una formazione da geometra ed in passato hai lavorato in uno studio, come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?

    Non ho una formazione accademica tradizionale e non conoscevo l’arte contemporanea. Rimasi colpito dalla libertà d’espressione raggiunta in questo campo artistico. A quel punto, decisi di fare uso di queste forme estetiche per comunicare un’urgenza, condivisibile o rinnegabile. A riguardo, bisogna essere coscienti che un artista di ricerca non otterrà mai solo accondiscendenze, proprio perché sta cercando di comunicare qualcosa. I panni del “corretto politicamente” stanno stretti a chi fa ricerca.

    Quando hai pensato di organizzare il brunch che ci sarà durante il tuo Studio Visit ti sei collegato alla tua prima performance per ArtDate dove avevi già creato una situazione in cui si creava una relazione con il cibo?

    Dovendo associare allo Studio Visit una traccia sonora, ho pensato al rumore prodotto dal gruppo di uomini coinvolti nella performance Concerto per solisti (2012). Essi erano seduti al tavolo di una mensa e ognuno beveva del brodo enfatizzando ogni sorso succhiando con forza dal cucchiaio, così da emettere un rumore invadente. In questo modo, il tentativo del singolo di distinguersi da una collettività uniformante (lo stesso piatto, lo stesso tavolo, la stessa sedia…) si rivelò fallimentare in una parodistica competizione in cui tutti cercarono di sovrastarsi. Questa manifestazione del proprio Io durante l’atto di nutrirsi, sarà ossessivamente presente durante il brunch per mezzo di casse amplificate dislocate nello spazio.

     

    THE BLANK BOARD | INTERVISTA A ANNAROSA VALSECCHI
    [= THE = BLANK ==== BOARD ==== INTERVISTA === A === ANNAROSA === VALSECCHI ==]

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    THE BLANK BOARD

    un progetto a cura di Martina Dierico, Clara Scola e Maria Zanchi

    Intervista: Martina Dierico e Clara Scola

    Photos: Maria Zanchi

    In occasione di ArtDate 2015 sappiamo che Giuseppe Dalla Bona comporrà la colonna sonora che accompagnerà il suo studio visit. Quale connessione ha con il suo lavoro?

    C’è una connessione diretta, concettualmente, fra il mio lavoro che nasce dalla percezione del suono e l’installazione sonora. Questa, anzi, realizza qualcosa che fin dall’inizio era quasi implicito. Tuttavia “colonna sonora” rimanda a sincronie e conseguenzialità narrative – parlo di quelle che siamo abituati ad attenderci dal cinema – alle quali questa installazione non si conforma. La temporalizzazione delle immagini sonore e l’evidenza fonica della loro fisicità non intendono suggerire la continuità di un processo evolutivo, di un qualsiasi flusso, né intendono riprodurre il mondo dei suoni che ho scelto per il mio lavoro. Intendono piuttosto connettersi con la discontinuità e la perversione del tempo cronologico indotti dall’ingresso della durata che si costituiscono, con le loro peripezie, nell’atto del vedere.

    In sintesi, intorno a cosa ruota la sua ricerca artistica?

    Il mio lavoro ruota intorno al concetto di traduzione. E’ il trasferimento di senso da una forma all’altra e della sua riformulazione. E’ una trasmutazione nella forma pittorica e segnica di contenuti, di materie narrative, di emozioni. Processi che si producono all’interno di una ricerca tesa a indagare un codice ignoto come quello della percezione riproducendo il messaggio attraverso immagini, segni visivamente leggibili. Le immagini, come esito figurativo, hanno fatto parte di un lungo periodo della mia ricerca, mentre in quest’ultima fase, pur senza abbandonarle, ho lasciato corso al desiderio che il mio segno, già per sé desiderante, fosse libero. Questo ha approfondito e rischiarato la mia lettura del codice percettivo, consentendomi di stabilire un circuito percezione/tela (prima), carta (ora). La sospensione della produzione figurativa e lo sviluppo di quella segnica che scaturisce dal rapporto col suono ha prodotto un cambiamento nel processo di traduzione. La percezione si trova spostata in uno spazio vuoto, rimane sospesa dentro un’incognita permanente fino a quando il segno le dà corpo, affermando qualcos’altro. La forma nella quale il senso veniva trasferito ora non può che essere astratta.

    Il suo lavoro ha molto a che fare con l’idea di composizione. Ci può descrivere l’importanza della musica nel suo percorso artistico?

    Nel mio lavoro ci sono in effetti analogie con la composizione musicale: anch’esso tende a creare un organismo fatto di più unità autonome che trovano modi di convivenza. Uno sguardo fugace può far assomigliare una mia opera a una partitura. Il lavoro si è sempre svolto, e si svolge, accanto alla musica, con la quale ho una consuetudine che risale alla mia infanzia. E’ il suono puro ad attrarmi, il suono dei corpi, quello che non riconosce soglie oltre le quali per un certo ascolto sociale diventerebbe rumore. Sono caratteri di cui trovo i tratti più attraenti nella musica contemporanea di ricerca, accademica e non, nella musica d’improvvisazione e in molte musiche etniche, specialmente quelle dell’Africa. C’è musica di Berio, ad esempio, o di Stockhausen, come gli involucri sonori che compongono “Zodiac”, che si è impressa con particolare intensità nell’ascolto dal quale sono nati alcuni dei miei ultimi lavori.
    Io credo che il suono abbia una prerogativa unica fra tutti i fenomeni sperimentabili sensorialmente: quella di poter simultaneamente abitare porzioni di presente e di passato. Racchiude in sé un processo temporale; è composto di elementi successivi nel tempo la cui percezione è, però, simultanea. Dinamiche percettive il cui codice è, appunto, in gran parte ignoto, che costituiscono però il lato misterioso del suono che ha indirizzato la mia passione verso la sua elezione a soggetto della mia ricerca.
    Mi ha fatto intravedere la possibilità di inoltrarmi in un lavoro mentale e fisico veramente esplorativo, diverso e incognito, ma che sentivo confacente all’irrequietezza del mio segno. Di immaginare altri mondi espressivi in cui avrei potuto spingerlo. Insomma, un lavoro d’interpretazione della percezione del suono, del transito verso la sua riformulazione segnica in una scrittura.

    Un aspetto che contraddistingue la sua pratica artistica è l’interesse diretto alla scrittura, scrittura che si traduce poi in rappresentazione simbolica. E’ così?

    Io vorrei poter rappresentare attraverso il linguaggio scritto. Riuscire a ritrarre attraverso le descrizioni minuziose raggiungibili con le parole. A volte mi sono perfino chiesta se una sorta di frustrazione/assenza per non aver scelto di calarmi in quel linguaggio avesse in qualche modo marcato il mio lavoro. Ma l’attingimento di una “scrittura” come simbolizzazione di affezioni è, comunque, il termine col quale credo di rendere, ieri come oggi, il senso più profondo della mia ricerca. Un po’ paradossalmente quella narratività che avrei voluto esprimere con le parole ha preso nel mio lavoro la via di traduzioni simboliche di segno, almeno nella strategia mimetica, diverso, in tensione verso la
    produzione di qualcosa di unitario e indiviso attraverso il massimo di condensazione espressiva. Fanno capo a una concezione del simbolo come immagine del pensiero nascosto collocata nell’istantaneo. Come un lampo che illumina e viene subito inghiottito dal buio. L’opposto della serie di momenti in progressione di una rappresentazione allegorica.
    L’alfabeto visivo/sonoro interamente soggettivo, enigmatico, assoggettabile a permutazioni infinite al quale sono pervenuta è il prodotto di quella tensione verso una sintesi. E’ composto di segni/significanti ai quali accordo sempre più libertà di muoversi verso il significato. Assecondando in fondo nient’altro che la loro natura, di muoversi sempre verso una “scrittura” in cui l’affezione originaria, qui colta dal suono, riesce ancora a vibrare.

    La ricerca che precede la composizione dell’opera è in qualche modo performativa?

    La ricerca è decisamente performativa. Si attua nell’atto dell’ascolto che coincide a sua volta con un’azione il cui raggio si estende fino all’impressione di un segno/significante sulla superficie. Un’azione che con il gesto tenta di cogliere come ricordi nel presente accensioni di segni precipitati nel passato. Il lavoro si sviluppa in presenza e in correlazione con una continua segmentazione del tempo, una sua incapsulazione seriale. La tensione del gesto rapisce il suono e ne traduce i caratteri fisici e la protensione in tocchi segnici sonori.

    Ci può parlare dei lavori che esporrà in occasione di ArtDate?

    La presentazione vuole privilegiare il rapporto diretto con la carta. Le opere non sono costrette in cornici, ma appese a un supporto a raggiera che ne permette la visione/lettura attraverso il loro voltarsi come pagine. Sono carte di diversa grammatura, di grandi e medie dimensioni; lavori realizzati a grafite e tecnica mista. Fanno parte della mia produzione più recente, quella che nasce, appunto, dal rapporto con il suono. In particolare, fanno parte di una serie intitolata “Un tempo”. La ricerca era iniziata con una scrittura che mi sembrava riuscire a incontrare ed elaborare su piccole superfici tutta la densità degli eventi musicali.. Successivamente ho dato corso a un processo di diluizione progressiva, con impiego di superfici aumentate, per cogliere una quantità più elevata di eventi e scrivere traduzioni i cui percorsi, facendo quasi vibrare le carte, si disegnavano ramificandosi in tutte le direzioni. Fino a rendere necessaria la grande dimensione (2,40×1,30): uno spazio che poteva accogliere tutti quei movimenti, rendere leggibile l’energia di cui sono vettori e l’intenzionalità che li dirige. Rappresentare, soprattutto, il confronto che si dispiega in un incessante corpo a corpo, ineludibile nel mio lavoro, con il tempo. Quel tempo che viene dato come percezione dal suono. Anzi, forse solo dal suono. Un tempo.

    Sappiamo che oltre ai lavori su carta ha realizzato anche un altro lavoro avvalendosi del supporto di Multimagine.
    Ci può fare qualche anticipazione?

    La sperimentazione in 3D che ho condotto con il supporto di Multimagine rappresenta il primo stadio di un work in progress. Si lega alla parte “compositiva” del mio lavoro. In particolare ad alcune modalità che sono proprie delle tecniche compositive e che concernono la sovrapposizione e la condotta delle parti. Ho ritenuto di utilizzare i lavori su piccolo formato in una rielaborazione nella quale le stesse tecniche, atte a governare progressioni di voci nello spazio in senso ineluttabilmente orizzontale, sono trasposte nel tempo per ritmare in una verticalità immobile la loro estrazione dal passato.

    CONTEMPORARY LOCUS 7 | DAVIDE BERTOCCHI - HEIMO ZOBERNIG | APPUNTAMENTI DI MAGGIO
    [== CONTEMPORARY === LOCUS ==== 7 ==== DAVIDE == BERTOCCHI ====== HEIMO === ZOBERNIG ===== APPUNTAMENTI === DI == MAGGIO =]

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        [== LINK ==]

    CONTEMPORARY LOCUS

    Davide Bertocchi, Heimo Zobernig
    Porta Sant’Alessandro
    a cura di | curated by Paola Tognon

    28 marzo – 24 maggio | 28 March – 24 May 2015
    Largo Colle Aperto 6, Bergamo (Italy)

    contemporary locus 7 by night
    visite notturne | night visits
    venerdì 24 aprile | Friday 24 April
    sabato 2 maggio | Saturday 2 May
    sabato 23 maggio | Saturday 23 May
    h 21.30 | h 9.30pm
    apertura speciale | special opening
    venerdì 1 maggio | Friday 1 May
    info@contemporarylocus.it +39 3497903295

     

    Esperienza d’artista | Artist’s experience
    LABoratorio per bambini | Children LAB
    imparare attraverso l’arte | learn through art

    sabato 16 maggio | Saturday 16 May
    h 10-12 | h 10am-12pm
    sabato 23 maggio | Saturday 23 May
    h 15-17 | h 3pm-5pm
    info@contemporarylocus.it +39 3400962814

     

    Sound the door
    performance
    Davide Bertocchi and Federico Truzzi
    Porta Sant’Alessandro, Bergamo

    sabato 16 maggio | Saturday 16 May
    h 10.30-11.30 | h 10.30am-11.30pm
    in occasione di | during ARTDATE

     

    contemporary locus 07
    orari d’apertura: sab. – dom. 9-13; 15-19
    opening hours: Sat. – Sun. 9am-1pm; 3pm-7pm
    visite guidate: sab. – dom. tutto il giorno, lun. – ven. su appuntamento
    guided visits: Sat. – Sun. all day long
    Mon. – Fri. by appointment
    Ingresso gratuito | free admission

    GABRIELE DE SANTIS
    [= Gabriele == De Santis = 11.04.2015 =]
    11.04.15

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        [== LINK ==]

    The Blank Kitchen. A cena con Gabriele De Santis

    Sabato 11 Aprile 2015, ore 20.30
    The Blank Contemporary Art, via G. Quarenghi, 50 – Bergamo

    GIACOMO ABBRUZZESE
    [= Giacomo == Abbruzzese = 11.03.2015 =]
    11.03.15

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        [== LINK ==]

    The Blank Kitchen. A cena con il regista Giacomo Abbruzzese
    Evento realizzato in collaborazione con Bergamo Film Meeting
    Buffet ideato e realizzato dallo chef Nuccio Longhi

    Mercoledì 11 marzo, ore 20.30
    Polaris life – Concept Store, Piazza della Libertà, 10 Bergamo

    TB CONVERSATION 4: BIANCA BALDI
    [=== TB = CONVERSATION ===== 4 === BIANCA ===== BALDI ==]

    foto 5 foto 7 CONCLUSIVA

     



        [== LINK ==]

    The Blank Conversation | Meeting Bianca Baldi | 16 – 19 Marzo 2015
    a cura di Claudia Santeroni

    Prima artista straniera a partecipare al progetto The Blank Conversation, la sudafricana Bianca Baldi, artista di stanza ad Anversa, è stata protagonista di un grande talk organizzato presso ed in collaborazione con l’Accademia Carrara.
    L’artista ha parlato del suo lavoro ad un pubblico di studenti, docenti e collezionisti venuti appositamente per approfondire la sua ricerca.
    Bianca ha speso il resto del suo soggiorno visitando le istituzioni culturali della città e incontrando curatori ed artisti.

    Bianca Baldi
    Nata nel 1985, Johannesburg (ZA)

    Recenti e futuri appuntamenti:
    – 19th Art Festival SESC Video Brasil, Sao Paolo (BR);
    – Sightings, KZNSA, Durban (ZA);
    – New Frankfurt Internationals, The Frankfurt Kunstverein, Frankfurt (DE);
    – The 8th Berlin Biennale of Contemporary Art, Berlin (DE);
    – Zero Latitude at the Goethe Institut, Johannesburg (ZA);
    – Poltroneria, Museo Apparente, Naples (IT)

    TB CONVERSATION 3: ORNAGHI & PRESTINARI
    [= TB === CONVERSATION = 3 ==== ORNAGHI === PRESTINARI =]

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        [== LINK ==]

    The Blank Conversation | Meeting Ornaghi&Prestinari | 15 – 17 Novembre 2014
    a cura di Claudia Santeroni

    Terzo appuntamento di The Blank Conversation, Valentina Ornaghi e Claudio Prestinari hanno trascorso il loro soggiorno immersi nella vita dell’associazione, conversando con curatori ed artisti, sia durante momenti ufficiali sia in situazioni conviviali.
    Durante il secondo giorno di permanenza hanno tenuto una conferenza sul loro lavoro presso la Residenza di The Blank, per una platea di collezionisti e amanti dell’arte.

    Valentina Ornaghi (Milan,1986), Claudio Prestinari (Milan,1984)
    Vivono e lavorano a Milano

    SOLO EXHIBITIONS
    2014
    Amoir Libre
    showroom Dedar for D’Days curated by Antonella Crippa, Paris, FR
    Familiare
    Arco dei Becci, Galleria Continua I San Gimignano, IT

    2013
    Pentagona: un percorso a Ferrara dopo il terremoto,
    curated by Massimo Marchetti Palazzo Paradiso- Biblioteca
    Comunale Ariostea, Ferrara (IT)

    DIEGO MARCON
    [= Diego == Marcon = 11.10.2014 =]
    11.10.14



        [== LINK ==]

    The Blank Kitchen. A pranzo con Diego Marcon

    Sabato 11 Ottobre 2014, ore 13.00
    The Blank Contemporary Art, via G. Quarenghi, 50 – Bergamo

    ARTDATE 2023 - ARTIFICIO
    [= ARTDATE ===== 2023 === ARTIFICIO =]

    L’immagine coordinata di ArtDate 2023, disegnata da Studio TEMP, è generata tramite l’intelligenza artificiale.

    ArtDate
    Festival di arte contemporanea
    ARTIFICIO | 13° edizione
    Bergamo, Brescia

    10, 11, 12 novembre online
    16, 17, 18, 19 novembre Bergamo
    24, 25, 26 novembre Brescia

    [== CS ArtDate 2023 ==]

    [== programma ArtDate 2023 ==]

    [= press kit ArtDate 2023 =]



        [== LINK ==]

    In occasione di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, l’associazione culturale THE BLANK in collaborazione con Palazzo Monti sceglie di strutturare un percorso condiviso che sia manifestazione plastica della volontà di collaborazione delle due città.

    Palazzo Monti e The Blank strutturano quindi insieme la 13° edizione di ArtDate, festival di arte e cultura contemporanea organizzato a Bergamo e Brescia, nel quale vengono coinvolte le principali istituzioni culturali pubbliche e private dei due capoluoghi, oltre che artisti, gallerie, collezionisti, dimore storiche e scuole.

    ArtDate 2023, il cui titolo è ARTIFICIO, è un grande evento culturale, unico ed inedito, espressione fattuale della mission della capitale della Cultura, ovvero crescere insieme. Tra gli eventi principali: l’installazione INFINITO PRESENTE di Yayoi Kusama presso Palazzo della Ragione a Bergamo; la mostra a Palazzo Monti a Brescia; il momento del GALLERIES TIME dedicato alle inaugurazioni delle mostre nelle gallerie; l’apertura di una pluralità di studi d’artista e collezioni private generalmente inaccessibili al pubblico.
    ArtDate si apre con un ciclo di appuntamenti online la cui fruizione è resa possibile al pubblico sordo grazie ad un apposito servizio di sottotitolatura e traduzione in LIS – Lingua dei Segni Italiana.

    Gli highlights:

    • opening della mostra Yayoi Kusama. Infinito Presente presso Palazzo della Ragione, Bergamo
    • opening della mostra Ghostwriting Paul Thek. Time Capsules and Reliquariespersonale di Alessandro Di Pietro presso Palazzo Monti, Brescia
    • interviste online a Domenico De Masi (sociologo); Umberta Gnutti Beretta e Francesca Milani (collezioniste); Gian Antonio Gilli (sociologo); Diana Anselmo (performer ed attivista); Massimo Minini (gallerista) e Cristina Fogazzi (fondatrice di Vera Lab, @estetistacinica, e collezionista); Arturo Galansino (Direttore Palazzo Strozzi)
    • performance di Effe MinelliThese Butterflies Came Back from Hell to See You
    • proiezioni dei video di Marianna Simnett e Christian Marclay
    • GALLERIES TIME con l’apertura delle gallerie e spazi espositivi tra Bergamo e Brescia
    • apertura straordinaria al pubblico di collezioni private e studi d’artista tra Bergamo e Brescia
    • sonorizzazione dal vivo di tre film di Maya Deren, in collaborazione con Bergamo Film Meeting

     

    [== VENERDì 10 ==]

    [== SABATO 11 ==]

    [== DOMENICA 12 ==]

     

    [== GIOVEDì 16 ==]

    [== VENERDì 17 ==]

    [== SABATO 18 ==]

    [== DOMENICA 19 ==]

     

    [== VENERDì 24 ==]

    [== SABATO 25 ==]

    [== DOMENICA 26 ==]

    Premio Matteo Olivero 44a EDIZIONE
    PREMIO MATTEO OLIVERO
    Premio Matteo Olivero 44a EDIZIONE
        [== LINK ==]

    È Marinella Senatore la vincitrice del 44° Premio Matteo Olivero.

    Marinella Senatore (Cava de’ Tirreni, 1977) è un’artista multidisciplinare, con una formazione in musica, belle arti e cinema. La sua pratica è caratterizzata da una forte dimensione collettiva, partecipativa e sociale.

    L’artista presenta la sua opera “Dance First/Think Later” che andrà a rendere unico il foyer del Cinema Teatro Magda Olivero.

    La giuria di questa edizione è composta da Sara Fumagalli, Matteo Ghidoni, Roberto Giordana, Tiziana Buccico e Arturo Demaria.

    ARTDATE 2022 - CORPO LIBERO
    [=== ARTDATE == 2022 ====== CORPO == LIBERO ===]

    ArtDate
    Festival di arte contemporanea
    12° edizione
    CORPO LIBERO
    10 11 12 13 novembre
    Bergamo

    [== CS ArtDate 2022 ==]

    [== programma ArtDate 2022 ==]

    [= press kit ArtDate 2022 =]



        [== LINK ==]

    “Dopo gli dei, le rivoluzioni e i mercati finanziari, il corpo diventa il criterio di verità. Solo il corpo dura, solo il corpo permane. Riponiamo in lui tutte le nostre speranze e da esso ci aspettiamo una realtà che altrimenti ci sfugge. Il corpo è diventato il centro di tutti i poteri, l’oggetto di tutte le nostre aspettative, e persino quelle di salvezza. Noi siamo questi esseri strani, questi sconosciuti, gli uomini del corpo.”
    Hervé Juvin “Il trionfo del corpo”

    CORPO LIBERO è il tema affrontato durante ArtDate, il Festival di arte contemporanea che si svolge a Bergamo dal 10 al 13 novembre.
    Si tratta di un’ampia riflessione su cosa significhi, ammesso sia oggi possibile o lo sia mai stato, avere un corpo libero.
    La ritrovata prossimità dopo gli anni della pandemia e del distanziamento sociale, lo spettro della guerra in Europa, ma anche un’analisi di quanto ossessiva sia divenuta l’attenzione attorno al corpo: un corpo-prodotto, che vive molto di più ma dura molto meno, un corpo-politico, l’idea della bellezza come forma di identità, un corpo-schiavo dei dettami della moda per essere guardato e desiderato, un corpo costruito, trasfigurato, un corpo-esposto, un corpo-immagine.
    Un corpo che si confronta con il progressivo venir meno dell’idea dell’immortalità, declinando la salvezza in salute avvalendosi di ritualità contemporanee quali diete, esercizi fisici, digiuni intermittenti, trattamenti di bellezza.
    Questi sono i temi che vengono sollevati negli eventi della XII edizione di ArtDate, attraverso percorsi espositivi, talk, performance, letture, proiezioni.

    [== SABATO 16 ==]

    [== DOMENICA 17 ==]

    [== LUNEDì 18 ==]

    [== MARTEDì 19 ==]

    ARTDATE 2021 - Nel Tempo Sospeso - 11.11.21 - 14.11.21
    [=== ARTDATE ==== 2021 ===== Nel = Tempo === Sospeso ====== 11.11.21 === 14.11.21 =]

    ARTDATE
    Festival di Arte Contemporanea
    XI edizione
    NEL TEMPO SOSPESO
    11 12 13 14 novembre Bergamo

    Quello del TEMPO SOSPESO è il tema affrontato nella XI edizione del Festival di Arte Contemporanea ArtDate che si svolge a Bergamo dall’11 al 14 novembre.
    Si tratta di un’ampia riflessione sull’indeterminatezza e apprensione che sta caratterizzando questo indimenticabile periodo di cui tutti noi siamo protagonisti e testimoni, fase storica anche però densa di aspettative e desideri.

    Giovedì 11, venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 novembre, Bergamo ospita l’undicesima edizione di ArtDate, Festival di Arte Contemporanea organizzato da The Blank.
    Diventato nel corso del tempo un punto di riferimento capace di avvicinare e promuovere l’arte contemporanea presso un pubblico ampio e diversificato, in questa edizione ArtDate presenta numerose novità̀ di rilievo, focalizzando l’attenzione sulla tematica del tempo sospeso, rinverdendo l’attenzione alle tematiche di accessibilità e partecipazione.

    TB BENEFIT 2020 - JONATHAN MONK
    [== TB ==== BENEFIT = 2020 ===== JONATHAN === MONK ===]

    Ph Paolo Biava

    Per vedere tutte le opere della serie clicca [= qui =]



        [== LINK ==]

    THE BLANK 10° ANNIVERSARIO

    JONATHAN MONK
    BENEFIT A SOSTEGNO DELLE ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

    Per festeggiare nel migliore dei modi il traguardo dei primi 10 anni di attività, The Blank ha avuto il piacere di collaborare con l’artista britannico Jonathan Monk che ha realizzato in esclusiva per l’associazione una nuova serie di lavori il cui ricavato sosterrà la produzione di nuove mostre e progetti.
    Le opere prendono il titolo ironico Shelf Life, espressione inglese che indica il periodo di tempo durante il quale una merce può essere immagazzinata senza diventare inadatta all’uso, al consumo o alla vendita.

    Allo stesso tempo l’opera si presenta come una libreria della vita, dove il gesso simula le coste dei libri che ci accompagnano nel tempo.
    La serie è stata realizzata per la mostra The Gift. On Life and Death che il 13 Novembre 2020 inaugurerà a Bergamo in occasione del Festival di Arte Contemporanea ArtDate.

    A Jonathan Monk (Leicester, 1969. Vive e lavora a Berlino) sono state dedicate mostre personali presso alcune delle più prestigiose istituzioni internazionali, tra cui Palais de Tokyo (Parigi, Francia), Irish Museum of Modern Art (Dublino, Irlanda), Kunsthaus Baselland (Muttenz, Svizzera).
    Il suo lavoro è stato incluso in numerose kermesse, tra cui la Biennale del Whitney (2006), la 50a e 53a Biennale di Venezia (2003, 2009), la Biennale di Berlino (2001) e la Biennale di Taipei (2000).
    Nel 2012 gli è stato assegnato il Prix du Quartier Des Bains, a Ginevra.

    JONATHAN MONK
    Shelf Life, 2020
    gesso su tela serie di 36 pezzi unici
    24 x 30 cm

    800 €/cad
    * L’ importo viene versato a titolo di contributo ed erogazione liberale a sostegno delle varie attività culturali promosse dall’Associazione “THE BLANK” ed è deducibile ai sensi del combinato disposto degli articoli 100 comma 2 lettera h) D.P.R. 917/1986 e art. 14 c. 1 D.L. 35/2005 – Oneri di utilità sociale

    per info e prenotazioni: associazione@theblank.it

    IL DONO | Matilde Cassani e Andrea Romano
    [= IL === DONO ==== Matilde === Cassani ==== e = Andrea = Romano ===]


    From me to .give, Andrea Romano


    La Bocca della verità, Matilde Cassani



        [== LINK ==]

    Matilde Cassani e Andrea Romano sono i vincitori del programma di residenza Il Dono, dedicato a 2 artisti residenti in Italia e realizzato con il sostegno di Fondazione Cariplo.

    Il progetto prevede un mese di residenza presso gli spazi di The Blank, nell’area di Via Giacomo Quarenghi di Bergamo, finalizzato alla produzione di un’opera inedita sulla tematica del dono da presentare alla mostra Il Dono. Sulla vita e la morte, a cura di Stefano Raimondi, presso Palazzo della Ragione, Bergamo. La mostra, che vede la partecipazione di Alberto Garutti, Jonathan Monk, Namsal Siedlecki e Félix González-Torres, inaugurerà la X edizione del Festival Artdate, organizzato da The Blank (dal 12 al 15 novembre 2020). 

    La giuria, composta da Camilla Mozzato, Stefano Raimondi e Cristina Rota, ha deciso di premiare all’unanimità i progetti di Matilde Cassani (1980) e Andrea Romano (1984) , che saranno realizzato durante il periodo di residenza presso The Blank Residency rispettivamente nei mesi di settembre e ottobre 2020. 

    Liberamente ispirata alla storica bocca della verità il progetto “La Bocca della verità” di Matilde Cassani ha saputo interpretare lo spazio espositivo in maniera dinamica e partecipativa, abbinando la tematica del dono a quella del caso, della fortuna e della verità. L’opera consiste in una grande maschera metallica che libera nell’aria dei piccoli doni: dei fazzoletti di stoffa preziosa e ricamata con effigi e simboli che, una volta sparati fuori dalla sua bocca, volteggeranno nell’aria fino a posarsi a terra. Il pubblico potrà portare a casa il dono che verrà emesso dalla bocca della verità in momenti non
    annunciati. I ricami dei doni saranno parole di buon auspicio: simboli e riferimenti a cavallo tra superstizione, fortuna e verità.

    Il progetto di Andrea Romano è stato premiato per la sua capacità di interpretare la tematica del dono nel pieno spirito di condivisione e collaborazione, configurandosi al contempo come dono verso il pubblico e a sostegno a un ulteriore progetto artistico. Andrea Romano realizzerà un lavoro attraverso uno scambio con l’artista Massimo Grimaldi (Taranto 1974). Il progetto prevede l’impiego di una parte del budget di produzione a sostegno di “.give”, un’app ideata da Massimo Grimaldi partendo dalla premessa che una comunità, per definirsi tale, deve essere necessariamente solidale. In cambio Andrea Romano avrà accesso al materiale grafico e testuale dell’app, che elaborerà sotto forma di ritagli. Una versione digitale delle opere prodotte saranno scaricabili gratuitamente dalla landing page di .give, mentre gli originali costituiranno la mostra presso Palazzo della Ragione. Infine sarà realizzata una grossa quantità di stampe che il pubblico potrà prendere e portare con sé. La pratica artistica si configura così come l’incontro tra la sfera personale e soggettiva e la sfera collettiva fatta di valori condivisi.

    Si ringraziano Andrea Balatti e Lucia Colombo.

    Bio:

    Matilde Cassani moves on the border between architecture, installation and exhibition design. Her practice reflects the spatial implications of cultural pluralism in the contemporary Western context. Her works have been showcased in many cultural institutions, galleries and published in several magazines such as Architectural Review, Domus, Abitare, Arqa, Arkitecktur, MONU magazine on Urbanism.
    She has been a resident fellow at “Akademie Schloss Solitude” in Stuttgart and at the “Headlands Center for the Arts” in San Francisco. Storefront for Art and Architecture in New York hosted her exhibition “Sacred Spaces in Profane Buildings” in September 2011. She moreover designed the National Pavilion of The Kingdom of Bahrain at the XIII Venice Architecture Biennale in 2012 and she took part of the XIV Venice Architecture Biennale (Monditalia) with the piece “Countryside worship”, recently acquired by the Victoria and Albert Museum in London.

    Andrea Romano (1984) vive e lavora a Milano. Andrea Romano è considerato tra gli artisti più interessanti della sua generazione. Diplomato all’Accademia di Brera di Milano, ha preso parte, tra le altre, nel 2016 alla 16° Quadriennale di Roma, all’esposizione The Picture Club presso l’Accademia Americana di Roma e alla mostra Ennesima a cura di Vincenzo De Bellis alla Triennale di Milano, alla collettiva Sous les Paves, la Plage nel 2012 della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, nel 2015 un solo show alla galleria Gaudel de Stampa di Parigi e nel 2011 alla Gasconade di Milano.

    TB BENEFIT 2019 - GIUSEPPE STAMPONE
    [= TB === BENEFIT === 2019 ===== GIUSEPPE == STAMPONE ==]
        [== LINK ==]

    S A L E

    Dove tutto sembra essere in vendita, c’è il rischio di perdere ciò che conta davvero.

    Venerdì 13 dicembre 2019 ha avuto luogo un evento speciale organizzato in collaborazione con The Blank dall’agenzia di comunicazione bergamasca specializzata in branding: Quid – Value to communication, sponsor della mostra Il Corpo Insensato (2019-2020, Palazzo della Ragione, a cura di Stefano Raimondi), con gli ospiti Andrea Mastrovito e Giuseppe Stampone in dialogo con Stefano Raimondi, direttore di The Blank, e Lorenzo Sommariva, titolare di Quid, sul connubio arte-comunicazione, ponendosi come interrogativo principale la domanda “cosa unisce arte e branding?”. Giuseppe Stampone ha presentato inoltre l’inedita collezione Sale, un lavoro volto a ricordare come l’arte sia spesso confinata in una funzione decorativa, a scapito della sua potenza espressiva e critica.

    Andrea Mastrovito e Giuseppe Stampone sono due artisti accumunati dalla capacità di realizzare immagini ed opere che appaiono di semplice decodificazione ma che sottendono, invece, una pluralità di letture possibili, grande raffinatezza e abbondanza di riferimenti artistici e non solo.

    TB BENEFIT 2018 - ANDREA MASTROVITO, VINCENZO SIMONE
    [=== TB ==== BENEFIT == 2018 === ANDREA == MASTROVITO === VINCENZO == SIMONE ==]

    Studio per la predica degli uccelli, Andrea Mastrovito



        [== LINK ==]

    In occasione della 15a edizione di BAF – Bergamo Arte Fiera, Andrea Mastrovito (Bergamo, Italia – 1978) e Vincenzo Simone (Seraing, Belgio – 1980), hanno proposto una serie di opere come parte delle attività di benefit a sostegno della programmazione di The Blank.

    ARTDATE 2020 IL DONO/THE GIFT | 12.11.2020 - 15.11.2020
    [= ARTDATE = 2020 ===== IL == DONO === THE === GIFT ===== 12.11.2020 ======= 15.11.2020 =]

    ARTDATE | ON-LINE
    Festival di arte contemporanea X edizione
    IL DONO | THE GIFT

    Il Dono | The Gift è il tema affrontato nella X edizione del Festival di arte contemporanea ArtDate svoltosi a Bergamo dal 12 al 15 novembre.
    Come reazione rispetto al difficile momento storico che stiamo vivendo, The Blank ha scelto di convertire il Festival in forma digitale anzichè annullarlo, dando così un segnale di resistenza del mondo della cultura.

    Di seguito i link per vedere e rivedere tutti gli appuntamenti del Festival:

    CONFERENZA INAUGURALE con MASSIMO FINI
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    Massimo Fini, giornalista e scrittore, affronta il tema del “Dono” attraverso una lettura di Denaro, sterco del demonio, saggio sulle orme di Marcel Mauss, in conversazione con Claudia Santeroni.

    MOSTRA IL DONO. SULLA VITA E LA MORTE
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    Link audio-videoguide in Italian and Italian Sign Language (LIS)
    In attesa di poter visitare la mostra dal vivo, il curatore Stefano Raimondi ci conduce alla scoperta delle opere di Matilde Cassani, Alberto Garutti, Felix Gonzalez-Torres, Andrea Mastrovito, Jonathan Monk, Andrea Romano, Namsal Siedlecki.

    TALK con ED ATKINS e DAVID KAMP
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    Ed Atkins (artista e curatore), David Kamp (compositore e sound designer) e Stefano Raimondi (presidente di The Blank) si confrontano sul progetto espositivo The Act Of Seeing With One’s Own Eye, che rende omaggio alla produzione del padre del cinema sperimentale Stan Brakhage e alla ricerca di David Kamp.

    GALLERIES TIME
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    Le gallerie e gli spazi espositivi di Bergamo e provincia presentano i loro progetti attraverso brevi video.

    TALK INFERNI. PAROLE E IMMAGINI DI UN’UMANITÀ AL CONFINE
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    Giuliano Zanchi presenta il libro di Giovanna Brambilla in conversazione con l’autrice.

    TALK METAFOTOGRAFIA (2). LE MUTAZIONI DELLE IMMAGINI
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    Presentazione del libro con Sara Benaglia, Mauro Zanchi, Corrado Benigni, Teresa Giannico, Alessandro Sambini.

    TALK ARTE, SEGNI, PERFORMANCE. RIFLESSIONI SULLA COMUNICAZIONE VISIVA
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    a cura di The Blank LISten Project
    Rita Mazza 
    (direttrice artistica del Festival del Silenzio e performer segnante), Nicola Della Maggiora (artista di Visual Vernacular), Claudia Santeroni e Maria Marzia Minelli (curatrici impegnate in una ricerca sulla pratica della performance) introducono una riflessione sulla Lingua dei Segni e sul suo rapporto con le pratiche performative, teatrali e di Visual Vernacular.

    Le opere di Matilde Cassani e Andrea Romano sono state realizzate per la mostra Il Dono durante la residenza a The Blank, resa possibile grazie al contributo di Fondazione Cariplo.
    Il Festival è frutto di un’intesa culturale con il Comune di Bergamo volta alla promozione e alla valorizzazione di Bergamo come città d’arte e cultura.

    ArtDate è supportato da Regione Lombardia e riconosciuto dalla piattaforma EFFE – Europe for Festivals, Festivals for Europe per la sua qualità artistica, il coinvolgimento della comunità locale e al contempo il respiro europeo.

    AUDIO-VIDEOGUIDE ACCESSIBILI
    AUDIO-VIDEOGUIDE ACCESSIBILI

    In occasione delle mostre organizzate da The Blank, LISten Project propone audio-videoguide accessibili a persone sorde, segnanti e non, e udenti. Ogni video contiene una spiegazione delle opere in Lingua dei Segni Italiana (LIS) accompagnata da sottotitoli e voce narrante. 

    Le audio-videoguide sono realizzate nell’ottica inclusiva del Design for All, consentendo così la fruizione ai differenti pubblici. Tra le proposte elaborate rientrano anche audio-videoguide pensate per i bambini.

    Sempre nell’ottica di rendere la proposta culturale di The Blank accessibile, LISten Project propone degli approfondimenti in LIS con sottotitoli in italiano sulla riceca di alcuni degli artisti più rilevanti del panorama contemporaneo:
    – Regina José Galindo
    – Laura Pugno
    – Jessica Stockholder
    – Göksu Kunak
    – Gian Maria Tosatti 

    SCHOOL PROJECTS
    SCHOOL PROJECTS

    The Blank Educational propone alle scuole di diverso grado un progetto didattico volto a indagare un tema sensibile per l’attualità e per la collettività come quello del dono, concetto attorno al quale si strutturano numerose attività dell’associazione nel 2020.
    Il tema del dono viene proposto ai bambini e ai ragazzi sotto forma di laboratori ispirati a due degli artisti in mostra nella X Edizione del Festival di Arte Contemporanea ArtDate 2020 (12-15 novembre 2020), Alberto Garutti e Namsal Siedlecki.

     

    Che cosa significa donare?
    Se dono, mi aspetto di avere qualcosa in cambio?
    In quanti modi si può donare?
    Che cosa si può donare?
    Si può donare il tempo, un sorriso o un oggetto?

     

    Le proposte sono rivolte alle scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado, secondo una modalità nuova, che rende tutti i partecipanti attori dello stesso progetto.

    ARTDATE 2019 ESSERE PARTE/BEING PART OF | 14.11.2019 - 17.11.2019
    [== ARTDATE ==== 2019 === ESSERE ==== PARTE === BEING === PART == OF ======= 14.11.2019 ====== 17.11.2019 =]

    Giovedì 14, venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 Novembre, Bergamo ospita la nona edizione del Festival di arte contemporanea ArtDate, per la prima volta organizzato in autunno, protagonista di una programmazione culturale della città che si dispiega lungo tutto l’anno.
    Diventato nel corso del tempo un punto di riferimento capace di avvicinare e promuovere l’arte contemporanea presso un pubblico ampio e diversificato, la nona edizione del Festival presenta numerose novità di rilievo, dando principale attenzione alle tematiche di accessibilità e partecipazione.
    Essere Parte / Being Part Of, sviluppato attorno a 6 sezioni tematiche (Show Time, Talk, Collezioni e Dimore, Studio Visit, Kids, ArtErasmus), è una riflessione estesa sul significato di condivisione, che parte dal corpo umano e si estende fino al corpo sociale e politico.
    Il tema attorno cui si sviluppa il Festival è legato all’importanza dell’attività e dell’autonomia del singolo operante all’interno di un sistema che lo sostiene e ne valorizza l’unicità, un’analisi sulla cooperazione nel rispetto della contestuale indipendenza.
    Come in un organismo, in cui la salute e l’autosufficienza delle parti sono funzionali al benessere del corpo che le ospita, così le varie realtà che partecipano ad ArtDate conservano e coltivano una loro singolarità, ma nella convinzione che coordinandosi sia più semplice ottenere il proposito prefisso:
    nella fattispecie, la crescita e il potenziamento della vita culturale della città.
    L’impegno collettivo si sposa dunque con l’alto grado di autonomia e iniziativa individuale in favore del perseguimento dell’intento condiviso.
    Il Festival si sviluppa in più di 30 appuntamenti che coinvolgono tutta la città di Bergamo. Sono presentati i lavori di oltre 100 artisti e all’interno dei progetti sono coinvolte prestigiose istituzioni quali GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, BeGo – Museo Benozzo Gozzoli, MAMbo –Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Thyssen Bornemisza di Madrid e TATE Modern di Londra.

    IN PRATICA
    [= IN ===== PRATICA ==]

    La Residenza IN PRATICA è il progetto vincitore del bando “Per Chi Crea”, sostenuto da Mibac e SIAE, realizzato in collaborazione con AIR – artinresidence e in partnership con da FAREViaindustriae. Da ottobre a novembre 2019, 6 artisti italiani under 35, selezionati da una giuria internazionale, realizzano un programma di residenza tra Foligno e Bergamo.

    Gli artisti sono stati scelti tra i candidati dalle residenze della rete di AIR-artinresidence chiamate a collaborare al progetto proponendo ciascuna fino a un massimo di due artisti italiani under 35.

    I vincitori sono:

    Giovanni Chiamenti candidato da VIR Viafarini-in-residence, Matteo Coluccia candidato da GuilmiArtProject, Edoardo Ciaralli candidato da GuilmiArtProject, Mattia Ferretti candidato da Diogene-Bivaccourbano, Ludovico Orombelli candidato da R.A.M.O. Ritratto a Mano e Roberto Memoli candidato da RAMDOM.

    La giuria che ha selezionato gli artisti vincitori è composta da Stefano Raimondi, Carlo Sala e Eugenio Viola.

    Premio Matteo Olivero 40a EDIZIONE
    PREMIO MATTEO OLIVERO
    Premio Matteo Olivero 40a EDIZIONE

    Photo credits: Nadia Pugliese



        [== LINK ==]

    L’opera vincitrice, Analemma, è stata proposta dal duo di artisti newyorkese Mark Barrow & Sarah Parke, ed è stata allestita presso Cappella Cavassa, una sala rinascimentale inserita nel chiostro del convento di San Giovanni a Saluzzo. L’opera è tutt’ora presente nella Cappella.

    La 40a edizione del Premio Matteo Olivero ha invitato attraverso una open call artisti italiani e internazionali, senza limiti di età e di utilizzo dei mezzi espressivi, alla progettazione di una mostra personale sul tema Ricordare la memoria.

    Il totale delle candidature pervenute per partecipare al Premio ammonta a 336. A giudicarle è stata una giuria composta da:

    Stefano Raimondi, Direttore di The Blank Contemporary Art e Direttore Artistico di ArtVerona
    Eva Fabbris, storica dell’arte e curatrice della Fondazione Prada di Milano
    Leah Pires, scrittrice e curatrice
    Roberto Giordana, vicepresidente della Fondazione CRC di Cuneo
    Arturo Demaria, membro della Fondazione Amleto Bertoni

    Premio Matteo Olivero 41a EDIZIONE
    PREMIO MATTEO OLIVERO
    Premio Matteo Olivero 41a EDIZIONE



        [== LINK ==]

    L’edizione 2019 del Premio Matteo Olivero è stata la prima ad adottare il format su invito, che ha poi mantenuto.

    L’edizione 2019 ha visto come artista vincitore il colombiano Santiago Reyes Villaveces (1986). A nominarlo è stato Eugenio Viola.
    L’opera Harp è stata allestita nella Sacrestia della Chiesa di Sant’Ignazio, a Saluzzo. L’opera è stata donata dall’artista alla Città ed è tutt’ora presente all’interno della Sacrestia.

    A selezionare gli artisti sono stati i seguenti advisor internazionali:

    Lorenzo Balbi, Michael Bank Christoffersen, Andrew Berardini, Ginevra Bria, Andrea Bruciati, Emily Butler, Domenico De Chirico, Julia Draganovic, Fredi Fishli, Sara Fumagalli, Georgia Horn, Denis Isaia, Ellen Kapanadze, Lara Khaldi, Sam Korman, Luca Lo Pinto, Simone Menegoi, Bernardo Mosqueira, Alberta Romano, Sona Stepanyan, Marianna Vecellio, Saverio Verini, Eugenio Viola, Xiaoyu Weng.

    Gli artisti selezionati per la 41a edizione sono stati:

    Paola Angelini, Riccardo Arena, Mehraneh Atashi, Ruth Beraha, Luca Bertolo, Bruno Botella, Benji Boyadgian, Dachal Choi, Fabrizio Cotognini, Pauline Curnier Jardin, Anne De Boer, Aria Dean, Paul Eastwood, Farhad Farzali, Francesco Gennari, Oscar Giaconia, Corinna Gosmaro, Ayrson Heraclito, Jacob&Manila, Gvantsa Jishkariani, Andre Komatsu, Phanos Kyriacou, Leigh Ledare, Isaac Lythgoe, Andrea Mastrovito, Luca Monterastelli, Jade Montserrat, Sveta Mordovskaya, Ebechova Muslimovam Oren Pinhassi, Gala Porras Kim, Carlos Reyes, Santiago Reyes Villaveces, Adam Stamp, Jennifer Taylor, Rebecca Topakian, Nicola Verlato, Jan Vorisek, Jakub Woynarowski, Zapruder, Davide Zucco.

    A giudicare i progetti pervenuti è stata una giuria composta da:

    Stefano Raimondi, Direttore di The Blank Contemporary Art e Direttore Artistico di ArtVerona
    Chrissie Iles, Curatrice del Whitney Museum di New York
    Nicola Ricciardi, Direttore delle OGR di Torino
    Roberto Giordana, Vice Direttore Generale della Fondazione CRC di Cuneo
    Arturo Demaria, membro della Fondazione Amleto Bertoni

    Premio Matteo Olivero 42a EDIZIONE
    PREMIO MATTEO OLIVERO
    Premio Matteo Olivero 42a EDIZIONE

    Photo credits: Chiara Bruno



        [== LINK ==]

    È l’artista tedesco Veit Laurent Kurz il vincitore della 42° edizione del Premio Matteo Olivero.
    L’inaugurazione della mostra, dopo esser stata rimandata a causa dell’emergenza coronavirus, si è tenuta il 2 ottobre 2020 presso la Sala “de Foix” di Casa Cavassa (Saluzzo, Piemonte).

    Ad assegnare questa edizione del Premio una giuria internazionale composta da:

    Marianna Vecellio, curatrice del Castello di Rivoli di Torino
    Ruba Katrib, curatrice del MoMA PS1 di New York
    Stefano Raimondi, Direttore di The Blank Contemporary Art e Direttore Artistico di ArtVerona
    Roberto Giordana, vicepresidente della Fondazione CRC di Cuneo
    Arturo Demaria, membro della Fondazione Amleto Bertoni.

    A segnalare l’artista vincitore è stata Caterina Molteni (Curatrice indipendente), che come altri professionisti del settore ha preso parte in qualità di advisor al Premio: Ilaria Bonacossa (Direttrice di Artissima, Torino), Michele Bonuomo (Direttore del mensile «Arte»), Elisa Carollo (Consulente d’arte), Irene Sofia Comi (Curatrice indipendente e critica d’arte), Laura Copelin (Direttrice esecutiva e curatrice Ballroom Marfa), Alfredo Cramerotti (Direttore MOSTYN, Galles), Giacinto Di Pietrantonio (Professore di Storia dell’Arte Accademia di Brera, Milano, Critico e Curatore Indipendente), Matilde Galletti (Storica d’arte, critica e curatrice), Matteo Ghidoni (Architetto ed editore), Antonio Grulli (Critico d’arte e curatore indipendente), Laura Lecce (Buyer per la sezione Design+Art del gruppo Yoox Net-A-Porter), Hanne Mugas (Direttrice Kunsthall Stavanger), Andrea Neustein (Curatrice indipendente), Letizia Ragaglia (Direttrice Museion, Bolzano), Maria Chiara Valacchi (Fondatrice spazio non-profit Cabinet di Milano), Benjamin Weil (Direttore artistico Centro Botín, Santander).

    Gli artisti selezionati per la 42a edizione sono: Rosa Aiello, Olì Bonzanigo, Alfonso Borragán, Guendalina Cerruti, Roberto Coda Zabetta, Keren Cytter, Louis De Belle, Violet Dennison, Sarah Entwistle, Irene Fenara, Miguel Fernández de Castro, Anna Franceschini, Emily Jones, Veit Laurent Kurz, Sonia Leimer, Hanne Lippard, Marcovinicio, Silvia Mariotti, Ornaghi & Prestinari, Edoardo Piermattei, Giuliana Rosso, Gabriel Rico, Oscar Santillan, Lise Stoufflet, Patrick Tuttofuoco, Alice Visentin, Kennedy Yanko, Italo Zuffi.

    IRENE FENARA | TÈ E BISCOTTI
    [= IRENE FENARA = TÈ E BISCOTTI =]

    THE BLANK KITCHEN
    IRENE FENARA
    TÈ E BISCOTTI
    Venerdì 24 gennaio 2020, ore 9:30-12
    Studio di Irene Fenara
    Fondazione Collegio Artistico Venturoli
    via Centotrecento 4, Bologna



        [== LINK ==]

    Venerdì 24 gennaio, The Blank propone The Blank Kitchen | Irene Fenara – Tè e biscotti, appuntamento culinario organizzato in occasione della Bologna Art Week presso lo studio di Irene Fenara a Bologna dalle 9:30 alle 12:00.

    The Blank Kitchen nasce con il desiderio di far entrare alcuni dei più interessanti artisti del panorama internazionale in relazione con gli appassionati d’arte e i curiosi attraverso uno strumento trasversale e conviviale come quello del cibo e della cucina.

    Nata a Bologna nel 1990, Irene Fenara è un’artista italiana che lavora soprattutto con la video installazione e la sperimentazione fotografica, incentrata sull’interazione con le fotocamere di sorveglianza. La sua ricerca indaga il concetto di tempo e memoria, lavorando con immagini che ribaltano i punti di vista e generano situazioni di disorientamento spaziale, “con un occhio rivolto alle tecnologie e l’altro al cielo”.

    ITALIAN COUNCIL 2019 - GIAN MARIA TOSATTI
    [= ITALIAN == COUNCIL ==== 2019 === GIAN = MARIA = TOSATTI ===]

    [= Episodio di Odessa =]

    Talk:
    Around the end of the world or about the end of mankind
    8 dicembre ore 18.00 (ora italiana)

    Kyiv – IZONE, Naberezhno-Lugova St, 8
    Talk organizzata da Izolyatsia – Platform for Cultural initiatives, The Blank Contemporary Art, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Kiev, in occasione della Giornata del Contemporaneo, iniziativa promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani).

    Info:
    Return to Odessa
    Museum of Contemporary Art, Odessa
    12 dicembre, 19.00
    La mostra è visitabile dal 14 dicembre al 15 gennaio 2021
    Odessa, spiaggia del lago Kuyalnyk, Ucraina

    [= Episodio di Istanbul =]



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    The Blank Contemporary Art è lieta di essere tra i vincitori dell’Italian Council (settima edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

    Il Ministero ha premiato il progetto dell’artista Gian Maria Tosatti Dittico del Trauma, che ha come obiettivo quello di mostrare gli aspetti controversi di determinati contesti europei, realizzando dei “ritratti” della società privi di posizioni politiche personali o di convinzioni arbitrarie. Nello specifico l’artista indaga i panorami offerti dai contesti dell’Ucraina (Episodio di Odessa) e della Turchia (Episodio di Istanbul), luoghi emblematici dell’Europa contemporanea in cui si è consumato un trauma che ne ha alterato fortemente il tessuto culturale, politico e territoriale. I lasciti vengono esaminati dal punto di vista intimo e umano del cittadino sul quale inevitabilmente incidono, mettendone in discussione l’identità.

    L’artista realizzerà due installazioni ambientali, una per ogni area. La restituzione finale dell’intera esperienza avverrà nella città di Bergamo, in una mostra che racchiuderà i due “episodi” che, facenti parte dello stesso progetto, andranno a formare il Dittico del Trauma.
    Il progetto sarà accompagnato dalla realizzazione di un catalogo che documenterà le mostre e includerà testi critici volti a testimoniare lo stato attuale della nostra civiltà e immagini di documentazione degli interventi. Il catalogo sarà presentato ufficialmente in occasione della mostra a Bergamo.

    Progetto realizzato in collaborazione con: RUFA – Rome University of Fine Arts (Roma, Italia), Accademia di belle arti di Napoli (Napoli, Italia), IZOLYATSIA. Platform for Cultural Initiatives (Kiev, Ucraina), Depo (Istanbul, Turchia).

    Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) è un artista visivo.
    I suoi progetti sono indagini di lunga durata su specifici temi legati al concetto di identità dal punto di vista politico e spirituale. Il suo lavoro consiste principalmente in installazioni site specific di larga scala, concepite per interi edifici o aree urbane. La sua pratica coinvolge spesso le comunità dei luoghi in cui opera. Nel 2015 ArtReview lo ha inserito nella lista dei trenta artisti più interessanti della sua generazione (Future Greats). Nel 2014 la rivista internazionale Domus ha incluso la sua installazione My dreams, they’ll never surrender tra le dieci migliori mostre al mondo per quell’anno. Tosatti è anche giornalista, editorialista per il Corriere della Sera e per la rivista Opera Viva, scrittore di saggi sull’arte e sulla politica.
    Il suo lavoro è stato esposto all’Hessel Museum del CCS BARD (New York – 2014), al museo MADRE (Napoli – 2016), al Lower Manhattan Cultural Council (New York – 2011), alla Galleria Nazionale (Roma – 2017), al Petah Tikva Museum of Art (Petah Tikva – 2017), al Museo Archeologico di Salerno (Salerno – 2014), all’American Academy in Rome (Roma – 2013), al Museo Villa Croce (Genova – 2012), al Palazzo delle Esposizioni (Roma – 2008), al Chelsea Art Museum (New York – 2009), alla BJCEM (2014).

    VISITE GUIDATE ACCESSIBILI
    VISITE GUIDATE ACCESSIBILI

    LISten Project organizza visite guidate accessibili in Lingua dei Segni Italiana a collezioni permanenti, mostre temporanee e installazioni. Le visite guidate sono condotte da mediatori culturali LIS in grado di progettare percorsi tematici e modulari e di interagire direttamente con il pubblico in LIS senza il bisogno della mediazione di un interprete.

    Premio Matteo Olivero 43a EDIZIONE
    PREMIO MATTEO OLIVERO
    Premio Matteo Olivero 43a EDIZIONE

    Photo credit: Giuseppe D’Anna



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    È Roberto Pugliese il vincitore del 43° Premio Matteo Olivero.

    La giuria composta da Ilaria Bonacossa, dal 2017 direttrice di Artissima Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, Alessandro Rabottini critico d’arte, curatore e direttore artistico della Fondazione In Between Art Film, Arturo Demaria consigliere della Fondazione Amleto Bertoni, Roberto Giordana vicedirettore generale della Cassa di Risparmio di Cuneo insieme a Stefano Raimondi curatore del Premio, dal 2010 direttore di The Blank Contemporary Art e dal 2020 direttore artistico di ArtVerona ha assegnato all’unanimità il Premio Matteo Olivero 2021 a ROBERTO PUGLIESE con il progetto Sinestesia Eco

    L’opera, un’installazione sonora che sarà collocata sulla facciata del nuovo Centro Studi sulle Tastiere Storiche di Saluzzo, creerà un dialogo armonico tra i contenuti e gli strumenti presenti all’interno del Centro Studi e l’architettura esterna, trasformando l’edificio in un modello di Palazzo Musicale. Sinestesia Eco, quale cassa armonica delle attività di composizione del Centro Studi, metterà in dialogo passato e presente, unendo la tradizione musicale classica alle sperimentazioni elettroniche contemporanee. La natura al tempo stesso visiva e uditiva dell’opera sarà capace di interagire e coinvolgere la comunità del territorio e di essere al tempo stesso motore di un percorso culturale che la città di Saluzzo ha attivato attraverso il Premio Matteo Olivero. 

    La giuria ha inoltre attribuito due menzioni speciali a Raffaela Naldi Rossano e Eugenio Tibaldi per le proposte presentate e riconosce la grande qualità di tutti i progetti presentati ringraziando gli artisti e gli advisor che hanno preso parte al premio.

    A segnalare i 27 finalisti del premio sono stati infatti prestigiosi advisor del panorama internazionale: Jessica Bianchera (storica dell’arte, curatrice indipendente e project manager, direttore artistico di Spazio Cordis e presidente di Urbs Picta), Daniele De Luigi (curatore di Fondazione Modena Arti Visive), Sara Dolfi Agostini (curatrice di Blitz Valletta, Malta), Rossella Farinotti (critica d’arte contemporanea e di cinema), Ilaria Gianni (co-fondatrice del Magic Lantern Film Festival), Lucrezia Longobardi (critica d’arte e curatrice indipendente), Matteo Lucchetti (curatore e scrittore), Lorenzo Madaro (Curatore d’arte contemporanea e docente di Storia dell’arte e Fenomenologia delle arti contemporanee nell’Accademia di Belle Arti di Lecce), Angel Moya Garcia (critico e curatore, è responsabile della programmazione del Mattatoio, Roma), Claudio Musso (critico d’arte, curatore indipendente, docente presso l’Accademia G. Carrara di Belle Arti di Bergamo), Domenico Quaranta (critico d’arte contemporanea, curatore e docente), Silvia Salvati (curatrice al Museo MADRE, Napoli), Valentina Tanni (storica dell’arte, curatrice e docente), Francesco Tenaglia (giornalista e direttore artistico dello spazio espositivo Sgomento Zurigo, Zurigo), Alessandra Troncone (storica dell’arte, curatrice e co-direttrice artistica di Underneath the Arches).

    Il percorso di selezione, quest’anno finalizzato alla valorizzazione e al supporto di artisti italiani e residenti in Italia, ha candidato al Premio Matteo Olivero Filippo Berta, Letizia Calori, Lucia Cristiani, Daniele D’Acquisto, Giuseppe De Mattia, Antonio Della Guardia, Federica Di Pietrantonio, Binta Diaw, Christian Fogarolli, Ettore Favini, Riccardo Giacconi, Alberto Gianfreda, Norma Jeane, Mariangela Levita e Domenico Crisci, Jacopo Mazzonelli, Raffaela Naldi Rossano, Alek O., Parasite 2.0 e Ludovica Galletta, Donato Piccolo, Roberto Pugliese, Margherita Raso, Marinella Senatore, Michele Spanghero, Marco Strappato, Eugenio Tibaldi, Gian Maria Tosatti

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    DIEGO MARCON | 11.10.14