MOSTRE
Fino al 6 maggio 2018
RAFFAELLO E L’ECO DEL MITO
GAMeC, Galleria e Spazio Zero
Continua Raffaello e l’eco del mito, il nuovo progetto della Fondazione Accademia Carrara realizzato in collaborazione con la GAMeC e in coproduzione con Electa/Marsilio.
Partendo dal San Sebastiano dell’Accademia Carrara, l’esposizione – a cura di M. Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra e Giacinto Di Pietrantonio – racconta la formazione del maestro urbinate, la sua attività e la sua fortuna.
Preziose opere di Raffaello in prestito dai più importanti musei del mondo, tra cui il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Staatliche Museen zu Berlin – Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Pushkin State Museum of Fine Arts di Mosca e lo State Hermitage Museum di San Pietroburgo, dialogheranno con opere di grandi maestri dal ‘400 ai giorni nostri.
Oltre venti lavori originali di Raffaello, opere di Memling, Berruguete, Perugino, Pintoricchio, Signorelli, per citarne alcuni, ricostruiscono con rigore uno spettacolare contesto culturale di altissimo profilo, offrendo al visitatore un percorso emozionante che restituisce Raffaello alla dimensione più alta del mito.
Il percorso espositivo si completa di un corpus scelto di opere del Novecento e del XXI secolo realizzate dagli artisti che meglio ne hanno raccolto l’eredità. L’influenza dell’artista urbinate si ritrova infatti nei d’après di Luigi Ontani, Salvo e Francesco Vezzoli, nel tratto di Pablo Picasso, nella magia pittorica di stampo classico di Giorgio de Chirico e Antonio Donghi, nella figurazione celebrativa di Carlo Maria Mariani, nella trasposizione fotografica delle performance di Vanessa Beecroft e nelle fotografie digitali di Mariella Bettineschi. E ancora, nelle opere “impacchettate” di Christo, nelle figure femminili ritratte da Omar Galliani, nella ricerca formale combinata a enigma di Pietro Roccasalva e nei lavori di tre artisti concettuali che dialogheranno con l’opera del Sanzio in un excursus attraverso i secoli: Ettore Spalletti, capace di fare propria l’intimità universale che ha attraversato la storia dell’arte; Luciano Fabro, che evoca uno dei capolavori di Raffaello, e Giulio Paolini, che presenta un’opera inedita realizzata proprio a partire dal San Sebastiano.