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    GIOVANNI DE LAZZARI - RAPPORTI DI FORZA (A ESTER)
    GIOVANNI DE LAZZARI - RAPPORTI DI FORZA (A ESTER)
    [= GIOVANNI === DE == LAZZARI ===== RAPPORTI == DI === FORZA ===== A == ESTER = =]
    LUOGO_E
    31.03.17 - 15.04.17

    via Pignolo 116, 24121 Bergamo
    tel. +39 035247293
    ars.libri@teletu.it



        [== LINK ==]

    a cura di Luciano Passoni

    Sublime.
    Il Sublime appartiene alle categorie dell’Estetica.
    È uno stadio del Sentire. Lo stadio più alto in cui l’uomo conosce emotivamente (esperisce) gli aspetti e i fenomeni della Natura (e non solo).
    Non è un superlativo di Bello.
    Più complesso di questo, in esso convivono stupore e timore, piacere e paura, appagamento e turbamento…
    È questa la stessa dicotomia che riflette il sentire dell’uomo verso la Natura, madre e matrigna, egli ne è attratto e respinto, in essa vorrebbe acquietarsi, ma dalla quale si sente diverso.
    Bella e crudele è la Natura, ma di questo lei non si dà pensiero, Lei è.
    Chi pensa è l’uomo, che di tutto cerca un senso.
    Nella scia delle riflessioni sul Bello l’uomo poi ragionerà anche di Buono e di Bene, ma seguire questa strada ci porterebbe troppo lontano…
    Noi abbiamo qui di fronte sette disegni (opere) di Giovanni De Lazzari.
    Raffinatissimi ed eleganti sono aspetti di una Natura indagata ed interpretata sino all’esasperazione.
    Prima pensati e poi raffigurati essi sono forzati nella direzione di una trasmissione di senso offerta all’osservatore.
    Precisi e cristallini questi lavori hanno bisogno di occhi attenti per essere riconosciuti nella loro purezza diamantina e non confusi, con una lettura superficiale, con degli Swarovski.
    Eseguiti con un segno della preziosità dell’orafo, con la precisione e la minuzia del miniatore, raffigurano aspetti poco indagati di elementi naturali che diventano nello stesso tempo immagini e metafore, simboli.
    Un serpente e un aspide si contorcono in un groviglio di spire armoniose.
    Privi delle teste questi tre grovigli suggeriscono uno sviluppo più complesso del “serpente che si morde la coda”. Qui non c’è né testa né coda a simboleggiare l’inizio e la fine nell’inesorabile continuazione del tempo, bensì c’è l’eterno groviglio di forze che si contrappongono e che cercano l’annientamento dell’altro in un “abbraccio”, in una morsa mortale.
    Tre gusci d’uovo sono “lenticolarmente” riprodotti in uno spazio vuoto.
    Rotti nella parte superiore sono attraversati da crepe. (alcuni frammenti sono ancora trattenuti dalla membrana interna).
    Reali e generici, bianchi non rimandano a nessuna specie particolare di volatile.
    La nascita è già avvenuta, oppure l’interno è già stato mangiato…
    In essi a malapena sopravvive l’Idea della Forma Pura.
    La purezza e la perfezione non è più, ne rimane solo la testimonianza e di questo ci parlano.
    L’ultimo lavoro è un bosco.
    Ci sono 2 disegni di Durer bellissimi tra i suoi bellissimi; bellissimi anche nei titoli: “Piccola zolla” e “Grande zolla”.
    In pochi cm2, in uno, e in pochi dm2, nell’altro, c’è tutto l’incanto degli occhi di Durer per la Natura. Due micropaesaggi a testimonianza della grandezza dell’Universo, ciò che dell’Universo l’occhio umano conosce e ama. (il micro per il macro).
    Il disegno di Giovanni potremmo chiamalo “Piccola pertica”. Lo stesso amore, la stessa attenzione per gli elementi naturali, ma la scala si è fatta più ampia e l’incanto dell’occhio non è più lo stesso.
    In Durer ogni singola erba, ogni singolo fiore trova posto nella celebrazione della Natura, in Giovanni ogni singolo albero si confonde nell’insieme del bosco, in esso si annulla e si confonde. (individualismo e massa).
    E il bosco diventa luogo dell’ansia, è il bosco delle fiabe che ci accompagna in ogni stagione della nostra vita. È il luogo impenetrabile in cui l’uomo è in balia della natura e in cui la ragione si confonde.
    È il luogo dell’attraversamento, dentro e fuori di noi.
    Di cos’altro ci parlano queste cose Ester?

    Luciano Passoni

    © THE BLANK 2024
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