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    PARALLÉLÉPIPÈDES - JEAN CHARASSE
    PARALLÉLÉPIPÈDES - JEAN CHARASSE
    [= PARALL ==== L ==== PIP ====== DES ====== JEAN = CHARASSE ===]
    GALLERIA MARELIA
    26.09.15 - 21.11.15

    construction P11 2010 35x28x8cm JEAN CHARASSE

    Parallélépipèdes

    26.09.15 – 21.11.15

    A cura di Paola Silvia Ubiali

    Galleria Marelia arte moderna e contemporanea
    Via Torretta, 4 | 24125 Bergamo | Italia
    www.galleriamarelia.it | info@galleriamarelia.it
    + 39 347 8206829 Orari: lunedì – sabato 15.00/19.30

    Si consiglia di verificare sul sito o tramite telefonata. Ingresso libero

    Catalogo online, scaricabile gratuitamente dal sito www.galleriamarelia.it a partire dal 26 settembre 2015



        [== LINK ==]

    Cubi, rettangoli, spazi, sono i resti di architetture, torri, città. Frammenti isolati, assemblati partendo dal basso, dalla terra, posti uno sull’altro fino a slanciarsi verso il cielo e ad immobilizzarsi nelle più disparate direzioni. Il tutto diventa grigio, bianco, ocra e poi nero, congelandosi in un silenzio invisibile.

    Rivelatori sono i viaggi a New York e in Toscana dove Jean Charasse si trova rispettivamente faccia a faccia con lo skyline avanguardistico di Manhattan e con le torri imponenti di San Gimignano. Architetture che segnano profondamente l’artista portandolo verso quello che diverrà il periodo dei Parallelepipedes”.

    Jean Charasse approda ai “Parallelepipedi” dopo un lungo processo: partendo dalla rappresentazione figurativa e, focalizzandosi poi su composizioni polimateriche, che caratterizzano il periodo Signaux et Balises, arriva agli anni ‘90 sviluppando un’arte molto raffinata, pura, ricca di quei riflessi che andranno a costituire il suo particolare linguaggio.

    Dopo l’incontro con i lavori di Aurelie Nemours e la conoscenza di Carmelo Arden Quin, fondatore del Movimento Madi – movimento a cui Jean Charasse aderirà a partire dal 2004 – inizia per l’artista un nuovo percorso che lo condurrà a semplificare le costruzioni e ad abbandonare gli assemblages in legno e ferro. Si apre così la strada dell’arte geometrica.

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