La Fondazione Credito Bergamasco presenta la monografia dell’artista:
MARIELLA BETTINESCHI, un arcipelago mobile, opere dal 1980 al 2013
Presentazione della monografia:
Mariella Bettineschi, un arcipelago mobile
Curatrice della monografia:
Francesca Pasini
Volume:
240 pagine, italiano-inglese
Editore:
Corraini, Mantova
Luogo:
Sala Traini, Via San Francesco d’Assisi 8, Bergamo
Giorno: 10 Dicembre 2013 ore 17,30
Presentano la monografia:
Angelo Piazzoli
Segretario Generale Fondazione Credito Bergamasco
Elena Matous Radici
Imprenditrice e collezionista
Clement Vachon
International relations & communication SANPELLEGRINO S.p.A.
Francesca Pasini
Critica d’arte e curatrice
L’artista sarà presente
Scrive Francesca Pasini :
Si può riunire la vita di un’artista in un libro? No. Si può scegliere però un tragitto, programmare un viaggio tra le opere, lasciando emergere somiglianze e differenze.
Mariella Bettineschi ha creato un arcipelago raggiungibile da strade diverse e formato da territori diversi. A tratti si è avvolti da un cielo comune, ma la chiave che contraddistingue il suo lavoro è la ricerca di nuove forme, nuove tecniche, nuove sensibilità. Siamo di fronte ad una personalità eclettica per necessità, come lei afferma: ” a un certo punto sento il bisogno di cambiare, di tentare altre strade, è una specie di richiamo” . Eclettismo e persistenza progressiva del linguaggio sono due facce della stessa medaglia. Non c’è invenzione che non produca una variante, ma la tentazione di abbandonare le proprie figure, o il sistema di rappresentarle e di lasciarsi catturare dalla mobilità delle intuizioni, è uno dei cardini della sorpresa che ognuno si aspetta dall’arte.
Ovviamente c’è il rischio di non venire abbinati a un “motivo firma”, un aspetto che negli ultimi decenni si è articolato in vari modi per creare un aggiornamento del linguaggio che, pur restando nel proprio alveo, dia conto nella maggior diversità dei segni che vanno a comporre “il motivo firma”.
Mariella Bettineschi ha scelto una via divergente, ha deciso di lasciarsi contaminare dalla passione del tempo in atto ed è passata da esperienze di manualità, come il disegno, il ricamo, l’intaglio, la pittura, a fotografie, installazioni, manipolazioni di immagini. Così ha creato questo mobile arcipelago, dove l’orientamento non è lineare, ma intuibile.
Per questo libro abbiamo fatto insieme un viaggio tra le sue innumerevoli opere, scegliendo una selezione senza predisporre una bussola. Alla fine però è risultato chiaro che la via migliore era quella di stare ancorate agli anni di creazione e credo emerga abbastanza chiaramente che, nonostante i suoi continui dirottamenti, persiste un legame sotterraneo, ma visibile, tra una pratica manuale e una struttura immaginativa che si fonda sulla smaterializzazione prodotta dalla luce come appare esplicito nel corpus di fotografie del 2008 – 2013 dove l’immagine stampata è complementare a uno spazio bianco che fa parte della stessa lastra fotografica.
Una volta stabilito che il libro sarebbe proceduto seguendo le tappe della sua vita, è apparso non solo un legame tra le varie stagioni della sua creazione, ma anche una suspense narrativa che ci fa andare da un luogo all’altro di questo arcipelago, restituendoci un clima biografico e una dimensione emozionale.
Da una pagina all’altra ogni opera indica un tempo, un luogo, una ricerca che poi vira in altro e così, di pagina in pagina appare il percorso.
Il fatto che non sia definito una volta per tutte è da un lato il “motivo firma” dell’opera di Mariella, dall’altro è il quid che crea suspense, nel senso che man mano l’occhio si abitua a cambiamenti e insistenze. Ogni gruppo di figure può funzionare come dei personaggi che raccontano la loro storia, indicano temperature e desideri, ma anche la loro capacità di eclissarsi per lasciar posto all’immagine che verrà.
E ancora :
Il discorso prosegue con naturalezza, si capiscono le alleanze e le divergenze, ma poi c’è uno stacco che può essere il simbolo della passione rabdomantica di Mariella. Un libro bianco, aperto, appoggiato su un leggio da musica, campeggia su una distesa d’acqua. Orfeo: è una foto del 1981 che racconta un’installazione più articolata, ma che prende un valore icastico e diventa un’opera autonoma.
L’ abbiamo scelta per la copertina sia per il suo valore simbolico: un libro bianco su cui scrivere la storia, sia per il sentimento della luce e dell’infinito che acqua, libro, musica portano con sè. Tutto il lavoro di Mariella tenta la scalata al cielo per intercettare quel tratto di infinito che il linguaggio visivo può trattenere.
Il libro accompagnerà anche la mostra di Mariella Bettineschi che verrà inaugurata il 10 Gennaio 2014, alle 18 presso lo spazio Eventi speciali della BAF ( Bergamo Arte Fiera )
La mostra, con opere scelte riferite in particolare agli anno 80, verrà sucessivamente portata a Londra nella The Piper Gallery.
Altri appuntamenti sono in costruzione