ART
UP
Incontri ravvicinati con la collezione dʼarte di UBI-Banca Popolare di Bergamo
a cura di Enrico De Pascale
Con il nuovo anno UBI-Banca Popolare di Bergamo vara il progetto ART UP, unʼiniziativa culturale finalizzata a promuovere la conoscenza del proprio patrimonio artistico. Ogni mese, unʼopera dʼarte diversa facente parte della collezione della Banca, verrà esposta al pubblico nellʼatrio della Sede Centrale di Piazza Vittorio Veneto 8, tutti i giorni, negli orari di apertura. Non una semplice presentazone ma un vero e proprio “invito” alla lettura e alla fruizione tramite schede storico-critiche illustrate e collezionabili realizzate per lʼoccasione dallo storico dellʼarte Enrico De Pascale, Curatore responsabile della collezione. Con il progetto ART UP vengono così rese visibili opere dʼarte antica e contemporanea normalmente “inaccessibili” perchè ubicate
negli uffici, nelle filiali, nei caveaux della Banca.
La collezione dʼarte della Banca Popolare di Bergamo, che assomma diverse centinaia di opere di età compresa tra il XIV e il XXI secolo (dipinti, sculture, disegni, fotografie, stampe, ecc.), si è formata nel corso di quasi centocinquantʼanni intrecciando le proprie vicende con quelle della Banca stessa, fondata nel lontano 1869. Una raccolta ampia e variegata capace di coniugare lʼattenzione per la produzione artistica locale e nazionale -da Baschenis a Fraʼ Galgario, da Piccio a Manzù, da Ghirri a Boetti – con lʼinteresse per le proposte più sperimentali della scena internazionale: da Kapoor a Buren, da Armleder a Gillick, da Halley a Yan Pei Ming.
Una varietà di opzioni linguistiche ed espressive che è frutto di precise scelte collezionistiche orientate a rappresentare al meglio il complesso e articolato panorama della cultura artistica passata e contemporanea.
Per il suo secondo appuntamento (mese di Febbraio), ART UP propone l’esposizione dell’opera di Stefano Arienti, Paco disteso (1997).
STEFANO ARIENTI (Asola 1961)
Paco disteso 1997
Vernice spray su carta da lucido
cm. 100×180
Collezione UBI-Banca Popolare di Bergamo
L’opera è parte di una serie di dipinti tratti da fotografie eseguiti dell’artista con vernice spray rossa su fogli di carta da lucido. Raffigura un giovane uomo disteso al suolo, ripreso con ripido scorcio di sottingiù e un andamento diagonale da sinistra verso destra, dall’alto verso il basso. Esposti per la prima volta nel 1998, tali lavori traducono in termini pittorici le peculiarità della fotografia, donando all’immagine la trasparenza e l’immediatezza di un antico affresco. Il ricercato
contrasto tra il rosso acceso della figura e l’abbagliante candore del foglio -e l’assoluta assenza dei dettagli d’ambiente-, accentuano il valore iconico dell’immagine, che galleggia libera nel vuoto della
superficie. La classica bomboletta di colore, strumento privilegiato dei writers per eseguire i graffiti murali, è impiegata da Arienti in modo inconsueto per realizzare una figura totalmente destrutturata, dai contorni sfumati e di consistenza gassosa, come una sorta di vaporoso ectoplasma. Al tempo stesso la silhouette rosso-sangue può sollecitare nell’osservatore involontarie associazioni con le immagini dei caduti per mafia o per il terrorismo o con qualche altro evento di cronaca
nera. L’artista opera una consapevole contaminazione tra i linguaggi e le tecniche (nel caso specifico tra fotografia, pittura e graffiti) manipolando immagini provenienti dalle fonti più disparate,
mescolando l’iconografia colta con quella popolare. Lavorare su immagini presistenti -piuttosto che crearne di nuove- è per Arienti una tecnica di resistenza, un modo con cui tentare di sottrarsi alla pervasività delle immagini che quotidianamente ci assediano.
STEFANO ARIENTI (Asola 1961; vive a Milano)
Tra i più importanti artisti italiani degli ultimi trent’anni, ha insegnato all’Accademia Carrara di Bergamo e all’Università IUAV di Venezia. Nel 1985 partecipa alla prima mostra collettiva nella ex fabbrica Brown, Boveri & Cie dove incontra Corrado Levi, il suo primo maestro. Fin dalle sue prime mostre evidenzia un’originale inclinazione a manipolare, modificare, cancellare oggetti d’uso quotidiano e immagini prelevate dal mondo dei mass media (fumetti, pubblicità, cinema, televisione,
internet) o dell’arte stessa. Nel 1986 realizza le Turbine, microsculture di carta costruite con orari ferroviari e albi di fumetti piegati a forma di torri cilindriche. Nel 1989 inizia il ciclo dei Ponghi in cui le immagini di famose opere d’arte riprodotte su posters sono “ridipinte” dall’artista tramite l’applicazione di ditate di plastilina colorata come fossero pennellate di colore. In tutti i casi il procedimento dell’artista consiste nell’intervenire su materiali già dati(cartoline,posters,fotografie,
giornali, fotocopie ecc.) con l’obiettivo di ri-significarli e personalizzarli tramite l’intervento manuale. Ha esposto nei principali musei d’Italia (MAXXI, Mart, Rivoli, Museion, GAMeC, MAMbo, Hangar Bicocca). Tra il 1999 ed il 2002 ha partecipato al Progetto Zingonia, progetto multiculturale e interdisciplinare, attivando un laboratorio artistico in cui ha svolto una ricerca sui nomi dei bambini nati a Zingonia (BG). Un suo intervento murale è presente nella chiesa del nuovo Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
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Incontri ravvicinati con la collezione dʼarte di UBI-Banca Popolare di Bergamo
a cura di Enrico De Pascale
Banca Popolare di Bergamo – P.zza Vittorio Veneto 8 – Bergamo
Orari; da lunedì a venerdì: 8:20/13:20 – 14:40/16:10