Esistono in tutte le epoche forme del fare sotterranee rispetto a quelle che ufficialmente connotano l’arte dell’epoca presa in esame.
In maniera analoga, oggi esistono ricerche che, in qualche modo, si oppongono o si pongono in alternativa a quelle che il sistema ha deciso essere le dominanti, fatte, queste, di spettacolarità, di tecnologia, di linguaggi eclatanti, di eccentricità ed esagerazioni. Quelle altre, invece, sono discrete, silenziose; non cercano una visibilità immediata, bensì una sorta di mimetismo col mondo.
Confondersi per mettere in risalto la differenza, sembra essere questa la strategia di un modo di fare che chiede grande serietà da parte dell’autore (per non scadere nella banalità) e attenzione, da parte dell’osservatore, per favorire l’incontro dello sguardo con l’opera e dar vita a momenti di empatia.
Un po’ in questo ambito, anche se non in modo esplicito, inserirei il lavoro di Luca Resta.
Sia le scatole, sia gli oggetti tradotti in pietra e marmo hanno un mimetismo evidente con una realtà piegata, però, in forme metafisiche e fantasmatiche. Sono oggetti che si caricano di una realtà apparente, che “sono” senza “essere”, e che vivono o hanno vissuto nel ricordo e nell’immaginazione.
Sono oggetti senza essere “ready-made”; non sono pop, non sono iperrealisti. Sono oggetti la cui banalità è riscattata da un rapporto non superficiale con l’autore. Sono oggetti d’affezione; abitatori, con tutti i loro rimandi, di una sorta di “Wunderkammer” del quotidiano che esiste realmente e che ingombra la testa e l’immaginazione dell’autore stesso.
E’ una Wunderkammer non eccentrica quella che Luca costruisce all’interno della libreria Ars, una “Usualkammer”, se così si potesse dire; una stanza di tre metri per tre, che un po’ tutti noi abbiamo abitato, se non fisicamente, almeno nell’immaginazione. Questa, che potremmo chiamare più propriamente Cabinet d’amateur, si presenta come una stanza banale nello stile, con oggetti e suppellettili comuni, ma non del tutto.
Questa raccolta del quotidiano è la “Stanza delle Meraviglie” di Luca Resta.
E’ la stranezza del normale ciò che lui ci chiede di incontrare, perché è in situazioni apparentemente usuali che, spesso, veniamo in contatto con fatti, persone e cose che usuali non sono.
Nella Stanza ottantacinque c’è, allora, una realtà doppia solo in apparenza, anche lì, in una situazione che pensiamo di conoscere già perfettamente, abbiamo, la possibilità di “esperire” un piccolo stupore in quello “scarto” che, a volte, fa fare di un oggetto un oggetto dell’arte.
ARS arte+libri, via Pignolo 116, Bergamo – tel.03524729
30 novembre – 4 gennaio 2014
Orario: martedì, mercoledì, giovedì: 14.00 – 18.00
venerdì, sabato: 10.00 – 13.00 15.00 – 18.00
domenica: 8, 15, 22 aperta 10.00 – 13.00 15.00 – 18.00
inaugurazione: sabato 30 novembre 2013, ore 18.00