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    KINESIS - FRANCESCA PASQUALI E LAURA RENNA
    KINESIS - FRANCESCA PASQUALI E LAURA RENNA
    [= KINESIS === FRANCESCA = PASQUALI == E ==== LAURA === RENNA ==]
    ALT – ARTE CONTEMPORANEA
    16.09.16 - 30.10.16

    opening: venerdì 16, h. 18.30
    INGRESSO LIBERO
    La mostra sarà visibile ogni sabato pomeriggio a partire dal 1° ottobre.

    Via G. Acerbis, 14 – 24022 Alzano Lombardo
    info@altartecontemporanea.it
    tel. +39 334 9233010

     

     



        [== LINK ==]

    A cura di Ilaria Bignotti e Tullio Leggeri

    ALT è acronimo di Arte, Lavoro, Territorio: oltre a rievocare l’origine industriale dello spazio in cui è esposta parte della collezione dell’Architetto Tullio Leggeri, il nome dichiara una precisa visione della ricerca artistica contemporanea.
    L’arte è un lavoro duro: produce problemi e domande che non risolve, sollecita. L’arte è territorio: deve sapersi porre in relazione con l’identità di uno spazio, deve stabilire un contatto con la sua specificità, anche per opposizione.
    Se il luogo è un ex opificio dove il lavoro riempiva gli spazi e le opere esposte appartengono alla collezione di un visionario appassionato l’inserimento temporaneo di due lavori di Francesca Pasquali (Bologna, 1980) e di Laura Renna (San Pietro in Vernotico, Brindisi, 1971) deve saper produrre sollecitazioni ulteriori, dialogando con i percorsi già esistenti e provando, anche, a suggerire nuove letture.
    Driing (2013) e Stormo vulgaris (2010), rispettivamente di Francesca Pasquali e Laura Renna, sono due opere in movimento reale. La prima, formata da centinaia di campanelli colorati grazie all’attivazione di sensore e vibratori, si scuote e suona al passaggio del pubblico. Ironia e provocazione: nell’epoca dell’iper-stimolazione visuale, sappiamo cosa stiamo vedendo? Sussultiamo, sorridiamo, ci fermiamo a ri-vederla, concedendo tempo alla nostra esperienza estetica.
    Stormo vulgaris è un congegno meccanico che fa volteggiare sedici storni tassidermizzati. Si muove sopra alle nostre teste, in una isterica reiterazione di ali e piume: è un lavoro duro, senza orpelli, dove la natura si muove asetticamente guidata da un motore, sempre nel solito modo, sempre nel solito tempo – quello della macchina. Inquietante, lo stormo di uccelli ci avverte con ruvida grazia che il nostro volteggiare nei giorni può non essere ripetizione stanca, ma reinvenzione creativa del tempo.
    I due lavori di Francesca Pasquali e di Laura Renna si relazionano così con il luogo e con le opere esposte anche attraverso una precisa direzione di linguaggio: il movimento. Dialogano così con i Rotoreliefs di Marcel Duchamp e le sculture luminose di Nino Calos. Mentre i primi narrano un film senza trama, composto da una serie di dischi ottici rotanti che offrono immagini ipnotiche e giochi di parole, scioglilingua, motti apparentemente insensati, le opere di Calos raccontano la straordinaria ricerca di uno dei protagonisti delle neo-avanguardie ottico-cinetiche: fin dalla fine del secondo dopoguerra seppe utilizzare i proiettori di luce a intermittenza per rendere l’illusione di movimento su superfici costituite da lustrini multicolori applicati su tela.
    Attraverso le due opere di Pasquali e Renna, la collezione rilegge così una istanza fondativa dell’arte moderna e contemporanea, quella del movimento.
    Ed ecco che anche il nome del Museo ALT si anima di un nuovo, divertito significato: di fronte al moto emozionale,
    oltre che visuale, delle opere esposte in movimento, il visitatore deve arrestare il passo. Fermatevi, guardate, prendetevi tempo, stupitevi, ripensatevi: questo l’appello che l’arte da sempre grida, e che forse proprio oggi è necessario ricordare, quando le indagini sul pubblico dei musei denunciano il passaggio veloce, di qualche secondo al massimo,del visitatore davanti ad un’opera. La quale chiede invece di essere esperita nella sua pienezza, nella sua verità, nella sua problematicità, anche.
    L’appello è stato lanciato: squilla, trilla, si muove, si dimena. A noi la scelta.

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