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    Premio Matteo Olivero | Mark Barrow and Sarah Parke - Analemma
    Premio Matteo Olivero | Mark Barrow and Sarah Parke - Analemma
    [= Premio === Matteo == Olivero ====== Mark == Barrow ===== and === Sarah == Parke ======= Analemma ==]
    27.04.18 - 27.05.18

    Mark Barrow e Sarah Parke, Analemma, 2018, vinili quadrati di 1cm applicati su finestra, dettaglio, Capella Cavassa, Saluzzo. Courtesy of the artist, The Blank Contemporary and Fondazione Amleto Bertoni

    [COMUNICATO STAMPA E IMMAGINI]



        [== LINK ==]

    START/STORIA E ARTE – SALUZZO
    PREMIO MATTEO OLIVERO – 40ª EDIZIONE
    RICORDARE LA MEMORIA

    MARK BARROW E SARAH PARKE
    ANALEMMA
    CURATA DA STEFANO RAIMONDI
    CAPPELLA CAVASSA, SALUZZO
    27.04.2018 – 27.05.2018
    Lunedì – domenica 8:00 – 19:00

    Mark Barrow (1982) e Sarah Parke (1981) sono la coppia di vincitori della 40ª edizione del Premio Matteo Olivero, Ricordare la memoria, che si inserisce all’interno di start/storia e arte – Saluzzo, promosso dalla città di Saluzzo. L’organizzazione del Premio è stata affidata a The Blank Contemporary Art.

    Analemma è il titolo del progetto realizzato dai due artisti newyorkesi e consiste nell’applicazione di oltre 60.000 pellicole colorate e trasparenti dalla dimensione di 1×1 cm sulle finestre della Cappella Cavassa.

    L’opera si sviluppa come un intervento delicato e poetico, interagendo in modo effimero, attraverso la luce che dà corpo all’immagine, con i suggestivi dipinti e decorazioni della Cappella. Il risultato finale mescola la tecnica della vetrate e quella del mosaico, la tradizione passata e le tecnologie presenti, unendo la minuziosità dell’atto fisico necessario per ricreare i pattern alla composizione digitale degli stessi. L’immagine si sviluppa attraverso motivi diversi ma ripetuti, richiamando per certi aspetti i meandri dell’arte greca e romana antica, simbolo di infinito e unità. All’interno dello spazio lo spettatore può sentirsi disorientato: questo dialogo tra la temporalità dell’opera e della Cappella, edificata nei primi del Cinquecento, non avviene per contrasto ma piuttosto in continuità, quasi mimetizzandosi in un processo di decodifica dell’immagine, come se in qualche modo le vetrate fatte di frammenti rossi, blu, verdi e neri, potessero essere lì da sempre.

    © THE BLANK 2024
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