Lunedì – Domenica: ore 10:00 – 19:00
Giovedì: ore 10:00 – 22:00 / martedì chiuso
Via San Tomaso, 53 – Bergamo
Tel. + 39 035 270272
* PAMELA ROSENKRANZ – ALIEN CULTURE
a cura di Sara Fumagalli e Stefano Raimondi
Questo progetto site specific rimanda alla storia spirituale dell’edificio che ospita il museo, un ex convento di cui l’artista ha ripreso le finestre ad arco con repliche che irradiano un forte blu RGB. I LED luminosi che brillano nelle sette Alien Blue Windows producono un’esperienza spaziale di grandissimo impatto visivo, che evoca un oceano primordiale e cieli simbolici preminenti in molta iconografia religiosa.
Composta di schermi retroilluminati senza immagini, questa nuova serie è un ibrido di dipinti e installazione di luce. L’ambiente immersivo che produce evoca un colore digitale prevalente su internet, che qui genera un’esperienza al contempo spirituale e sensuale, trascendendo così la fisicità cromatica. Permeando lo Spazio Zero, l’intensa luce blu ricrea la vista da una finestra che si apre su cieli artificiali in cui si intrecciano allegoria e tecnologia. L’installazione di luce è completata da una nuova serie di dipinti intitolata Creation, Deterioration, Conservation, che approfondiscono l’interesse dell’artista per la pittura rinascimentale, sviluppato inizialmente nel 2015, mentre compiva ricerche per la sua opera Our Product per la Biennale di Venezia. La base di questa serie è il Miracolo della croce caduta nel canale di San Lorenzo di Gentile Bellini (1500 ca.), un quadro che raffigura la sacra reliquia tratta in salvo dalle acque veneziane. L’artista ha lavorato a partire da riproduzioni del dipinto originale di Bellini, che ha trovato attraverso una ricerca su Google Immagini. Sulle stampe ottenute da questi file sono applicati strati di vernice trasparente color carne, che producono una “pelle” tridimensionale e trasparente di pigmenti e polimeri. Il colore della vernice fa riferimento alla carnagione centroeuropea — un colore che l’artista ha utilizzato in opere precedenti come le emblematiche bottiglie d’acqua marchiate e l’installazione per la Biennale di Venezia 2015, per cui ha riempito lo spazio principale di un denso liquido rosa chiaro.
* ANDY WARHOL – L’OPERA MOLTIPLICATA: WARHOL E DOPO WARHOL
a cura di Giacinto Di Pietrantonio
In mostra, le opere prodotte da Warhol sono accostate, in maniera forse provocatoria, a quelle realizzate dopo la sua scomparsa e che, benché non autorizzate né riconosciute ufficialmente, alimentano il mito e il mercato, continuando, allo stesso tempo, quell’opera di fruizione massiva iniziata dall’artista stesso.
Senza voler esprimere un’opinione sulla legittimità di queste produzioni postume, l’esposizione intende sottolinearne l’esistenza chiedendosi se anche queste non siano parte dell’eredità warholiana.
I visitatori sono guidati lungo il percorso da celebri citazioni di Warhol, e possono utilizzare le “opere moltiplicate” di un grande autore contemporaneo debitore della sua arte: Damien Hirst. Nelle sale della mostra, infatti, sono presenti le sedie sdraio del marchio Other Criteria, ideate da Hirst – su cui è possibile sedersi per ammirare le opere esposte –, a ulteriore dimostrazione di quanto, anche oggi, l’arte si avvalga del concetto di riproduzione e di “opera moltiplicata”.
* CON AMORE PIU CHE CON AMORE
a cura di Giacinto Di Pietrantonio
La mostra offre al pubblico una nuova occasione per ammirare le opere non esposte della Collezione Permanente: lavori donati dal 2000 ad oggi che – come suggerisce il titolo – testimoniano l’amore per la GAMeC da parte di artisti, collezionisti, enti pubblici e privati.
Una mostra con cui la GAMeC ricorda al suo pubblico quanto la propria attività espositiva sia intimamente legata allo sviluppo della Collezione Permanente, un orientamento mirato che permette al museo di conservare la memoria della propria attività e di accrescere il valore del proprio patrimonio nel tempo.
Numerosi i linguaggi – dai dipinti alle fotografie, dai disegni ai video – che consentono una panoramica che attraversa decenni e, persino, due secoli (da Sironi, nato nel 1885, a Marcon, nato nel 1985).
Artisti italiani e provenienti da ogni parte del mondo – da New York a Ghent, a Tel Aviv, a San Paolo – che raccontano, nelle loro opere, la società dello spettacolo, le relazioni amicali, la poesia malinconica dei paesaggi, la rievocazione dell’Eden, il peso della memoria, la forza del segno grafico, la ricerca spirituale o il dibattito politico, tra discriminazione e affermazione della propria identità.
Sono cosi esposti autori a cui, negli anni, la GAMeC ha dedicato la propria attenzione attraverso mostre e momenti di studio, ponendo in dialogo figure come Italo Cremona, Achille Funi, Ottone Rosai e Mario Sironi con artisti contemporanei quali Gabriele Basilico, Vanessa Beecroft, Latifa Echakhch, Jan Fabre, Giuseppe Gabellone, Marcello Maloberti, Victor Man, Kris Martin, Ryan McGinley e Adrian Paci, tra gli altri.
* ARTISTS’ FILM INTERNATIONAL, IX EDIZIONE
a cura di Sara Fumagalli e Stefano Raimondi
Continua la partecipazione della GAMeC ad Artists’ Film International, il principale network internazionale legato alla videoarte che, dal 2008, coinvolge prestigiose istituzioni d’arte contemporanea e artisti provenienti da tutto il mondo, alcuni dei quali hanno ottenuto, negli anni, grande successo e importanti riconoscimenti.
Per la nona edizione della rassegna, GAMeC ha selezionato l’artista Adrian Paci e l’opera The Column (2013), che ha aperto il calendario delle proiezioni ed è rimasto in visione fino al 29 maggio.
Nelle prossime settimane saranno presentati i lavori degli artisti proposti dalle altre istituzioni coinvolte
quest’anno:
Dario Azzellini e Oliver Ressler / Video-Forum of Neuer Berliner Kunstverein, Berlino
Desire Machine Collective / Project 88, Mumbai
Ane Hjort Guttu / Tromsø Kunstforening, Tromsø
Laura Horelli, Nina Lassila, Agnese Luse, Angela Melitopoulos, Eléonore de Montesquiou, Tanja Ostojić, Meggie
Schneider, Isabell Spengler e Gitte Villesen / Belgrade Cultural Centre, Belgrado
Mikhail Karikis / Whitechapel Gallery, Londra
Arjuna Neuman e Denise Ferreira Da Silva / Ballroom Marfa, Texas
Mary Reid Kelley con Patrick Kelley / Hammer Museum, Los Angeles
Cengiz Tekin / Istanbul Modern, Istanbul
Wojciech Bąkowski / Museum of Modern Art, Varsavia