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    Italian Council
    ITALIAN COUNCIL 2018 - EVA E FRANCO MATTES
    [=== ITALIAN == COUNCIL == 2018 ======= EVA ==== E === FRANCO ==== MATTES ==]

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    My Little Big Data è un progetto degli artisti Eva e Franco Mattes a cura di The Blank Contemporary Art e promosso da GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e Fotomuseum Winterthur, in collaborazione con istituzioni quali: Biennale di Atene, Atene; Istituto Italiano di Cultura, Barcellona; Goldsmiths University, Londra; New School University, New York. Il progetto è vincitore della terza edizione del bando Italian Council (2018), concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.

    Eva e Franco Mattes (Brescia 1976. Vivono e lavorano a New York, USA), compongono un duo, inizialmente noto come 0100101110101101.org, che collabora dal 1995. Sono considerati tra i rappresentanti di punta della Net Art. I loro progetti nascono dalla spiccata capacità di comprensione e utilizzo dei nuovi media. Per più di 20 anni hanno costantemente prodotto lavori che rispondono e sviscerano la nostra condizione di vita iper-connessa, esponendone, spesso con umorismo, le più profonde implicazioni etiche e politiche.

    [= Download EVA & FRANCO MATTES CV =]



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    The Blank Contemporary Art, insieme agli artisti Eva e Franco Mattes, è tra i vincitori dell’Italian Council, l’importante progetto della Direzione Generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane del MiBACT, nato con il preciso compito di promuovere la produzione, la conoscenza e la disseminazione della creazione contemporanea italiana nel campo delle arti visive.

    Il Ministero ha premiato il progetto My Little Big Data realizzato da Eva e Franco Mattes, una riflessione sulle modalità con cui le informazioni personali vengono raccolte ed elaborate dalla rete e dall’utilizzo che ne deriva. Attraverso un’indagine “fai-da-te” gli artisti analizzano i propri dati personali per creare un autoritratto basato sui dati estratti da 70.000 email personali spedite e ricevute negli ultimi 10 anni.

    “Se l’effetto Panopticon è quando non sai se sei sorvegliato o meno, e quindi ti comporti come se lo fossi, allora l’inverso dell’effetto Panopticon è quando sai di essere sorvegliato, ma ti comporti come se non lo fossi”. Benjamin Bratton.

    My Little Big Data è una riflessione sul significato del “vivere connessi” e su quanto la nostra vita pubblica e privata stiano diventando quasi indistinguibili.
    Oggi sappiamo che ogni byte di informazione generato dalla nostra vita può essere potenzialmente osservato, ma cosa sanno esattamente di noi questi algoritmi e le persone che li gestiscono? È possibile che le nostre scie di dati ci conoscano meglio di noi stessi?

    Ogni nostra azione online lascia una traccia invisibile sepolta nei dati.
    Nel loro insieme queste tracce possono rivelare dettagli molto intimi su di noi, ad esempio i cambiamenti negli stati emotivi, le relazioni interpersonali, la visione politica o la posizione geografica. Le nostre informazioni personali sono costantemente raccolte, organizzate, analizzate e vendute da una serie di attori come agenzie governative, social media, istituti bancari o applicazioni per smartphone. Tutte queste entità sono in competizione per influenzare il comportamento degli utenti, traducendolo in profitto e consenso politico. My Little Big Data è un’indagine fai-da-te che mira a rivelare la forma e la misura in cui i nostri dati personali possono essere estratti e sfruttati.

    Eva e Franco Mattes, in collaborazione con la Share Foundation di Novi Sad, hanno analizzato i metadati di oltre 70.000 e-mail personali inviate e ricevute tra il 2007 e il 2017, ricavandone “psicografici” che interpretano questi dati, i network personali e interpersonali dei due artisti, le loro abitudini comportamentali, i pattern ricorrenti e le anomalie.

    I risultati dell’analisi sono tradotti in un’installazione composta da chilometri di cavi colorati, “psicografici” stampati su mobili per ufficio e un video essay.

    Utilizzando strumenti informatici e algoritmi di analisi gli artisti aspirano a creare una nuova consapevolezza dell’attuale sfruttamento dei dati e del loro potenziale utilizzo, trasformando queste tecnologie in uno strumento accessibile a tutti, per dare vita a nuove narrative per comprendere e sperimentare creativamente con esse.

    La prima copia del video essay realizzato entrerà a far parte della collezione della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, partner del progetto. L’opera sarà presentata in manifestazioni culturali internazionali, inclusa la partecipazione alla Biennale di Atene, una mostra personale presso il Fotomuseum Winterthur di Zurigo e due conferenze accademiche, alla Goldsmiths University di Londra e alla New School University di New York.

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